Se vi trovate a Lisbona nel mese di Giugno, durante le feste di Sant’Antonio, vi imbatterete probabilmente in un trono. Non quello di un re, ma quello del Santo. Una tradizione antica che ormai si mantiene a fatica, almeno nella sua forma più tradizionale.
Il trono é una specie di scalinata dove sulla cima c’é la statua di Sant’Antonio e sulle scale altri santi, o coppie di sposi (Sant’Antonio é un santo casamenteiro, bisogna pregarlo quando si é in cerca di marito/moglie). E il trono di Sant’Antonio si costruisce per la festa del Santo e poi si distrugge alla fine di giugno con la conclusione della festa.
Ma ad Alfama ci sono dei troni che non vengono smontati, che restano esposti tutto l’anno, e sono quelli di João.
Nel piccolo giardino della sua casa, dove vive dal ´98, si uniscono varie decorazioni, tutte diverse, che sono espressione di un mondo tutto da scoprire e di momenti che fanno parte della vita di João e della sua storia, che accetta di raccontarci.
La prima domanda, inevitabile, é da dove venga questa passione cosi forte per la costruzione dei troni. Sicuramente dalla voglia di mettere in pratica un talento innato per il bricolage, ma soprattutto dall’amore per le tradizioni e per la festa di Sant’Antonio.
La sua passione, ci racconta, comincia già da bambino, quando con 7/8 anni faceva compagnia alla zia che costruiva un trono per il Santo vicino al suo negozio.
E João aveva il diritto di stare insieme a lei, orgoglioso affianco al trono, vestito elegantemente per rendere onore al Santo e alla festa. E poteva anche andare in giro a chiedere “una moneta per Sant’Antonio.
Questa tradizione iniziò nel secolo XVIII quando, dopo il terribile terremoto del 1755, si raccoglievano soldi per ricostruire la chiesa del santo. Nei tempi moderni, ci racconta João, queste monete servivano a comprare caramelle, biscotti o altri dolcetti.
Ed é alla sua infanzia che é legato il suo primo ricordo di trono. E questa passione da allora non si é più fermata. Ha iniziato a costruirli per la festa, poi per i suoi figli (che a volte facevano finta che fossero stati loro a costruirlo) e poi ha continuato per passione.
Pur non avendo fatto per lavoro nulla che avesse a che fare con arte e manualità, João sembra non aver fatto altro nella sua vita.
Impiega circa trenta minuti a montare un trono, ci spiega, ma quello che importa e richiede lavoro é la preparazione della struttura, degli elementi che lo compongono.
I suoi troni sono diventati cosi celebri che qualche giorno fa é stato invitato ad una trasmissione domenicale sul canale Sic. E ovviamente ne é molto orgoglioso. Ha potuto mostrare in diretta come realizza queste sue piccole opere d’arte. E l’agenda culturale di Lisbona gli ha dedicato una pagina del suo articolo sui troni. “Una piccola celebrità” – gli diciamo.
João é orgoglioso di presentarci le sue opere: c’é il trono più classico col santo, quello più decorato, c’é quello spettacolare dedicato ad Amalia, lo scorso anno, nel centenario della sua nascita. Un trono in cui l’opera di Vhils “Calçada” che rappresenta il volto di Amalia realizzato sulla calcada portoghese (e che potete ammirare nel largo de Sao Tomé ndr) diventano la base di un trono dove il tipico pavimento portoghese la fa da padrone e dove trovano posto un lampione, e in cima una chitarra portoghese, quella del Fado. E naturalmente Sant’Antonio sul gradino più alto.
Con la pandemia le feste popolari sono state sospese e allora João ha sentito ancora più forte il desiderio di portare avanti comunque questa tradizione.
“Tutto nasce non un’idea e poi comincio a creare”, ci racconta Joao. Questa passione per l’arte l’ha ereditata sua figlia, una dei suoi cinque figli. Due hanno abbandonato il Portogallo, uno per l’Inghilterra e l’altro per la Spagna.
Anche i suoi figli sono legati alle tradizioni, hanno anche partecipato alle marce popolari (che si tengono ogni anno il 12 giugno sull’Avenida da Liberdade ndr) ma per quartieri diversi.
Mi stupisco. “Come, non per Alfama?”.
E João ci spiega che a volte Alfa ma non coccola i suoi “figli” come dovrebbe. Che i tempi in cui questo quartiere era una grande famiglia, senza invidie né gelosie, sembra essere un ricordo lontano. La memoria di un quartiere allegro, animato dai bambini che oggi sono sempre meno. E cosi anche una tradizione come il trono, che viene creato soprattutto per i più piccoli della famiglia, comincia a perdersi. O si trasforma in un oggetto commerciale, ci spiega João, nelle vetrine dei negozi, per promuovere i prodotti in vendita.
Ma il trono é un’altra cosa ed é quello che Joao cerca di promuovere e custodire. E tante persone del quartiere gli hanno chiesto di conservare queste sue opere e il suo piccolo giardino sembra ora quasi un museo, dove i suoi troni sono in mostra tutto l’anno.
Ma i troni non sono l’unica opera che João realizza.
“Il mondo dell’arte e dello spettacolo mi affascina” ci confessa. E ci mostra un vaso alla finestra, realizzato con una gamba finta con tanto di giarrettiera (cucita da lui ovviamente).
Ci racconta di come volesse realizzare qualcosa con questo pezzo di manichino e allora aveva pensato al Moulin Rouge e alle ballerine di Can Can e aveva deciso di trasformare quella gamba in qualcosa di originale, inusuale, il suo personale omaggio al mondo dello spettacolo.
Ma c’é ancora qualcosa che attira la nostra attenzione nel suo piccolo giardino: una statua, forse Sant’Antonio, forse no. Di sicuro un francescano, col capo coperto.
Ma quello che più ci colpisce é la storia.
João ci racconta che questa statua l’aveva trovata vicino ai rifiuti, rotta di lato, rovinata, e aveva voluto recuperarla, ma non aveva potuto. L’aveva poi ritrovata nel miradouro li vicino e aveva quindi pensato che la statua avesse ormai una nuova collocazione.
Giorni dopo la statua era di nuovo li, abbandonata nella spazzatura. Allora João non aveva esitato, l’aveva recuperata, riparata, ridipinta e datole il posto d’onore nel suo piccolo giardino.
E allora ci confessa, che in realtà quella statua gli aveva ricordato una persona, un monaco eremita, vestito di bianco, che aveva rappresentato per lui un padre, che era stato per lui una guida (uno dei suoi figli porta il suo nome) e che era morto nello stesso anno di Amalia (1999) lasciando nella sua vita un grande vuoto. E quando quella statua era apparsa, per lui era stato come un segno che non poteva ignorare; doveva portarla a casa
Prima di lasciarci, João ci dice che la sua arte si estende anche ai presepi, che però non espone perché non vuole che qualcuno possa danneggiarli come é successo con qualche trono.
E allora promette che ce li mostrerà, un giorno.
Nel frattempo ci tocca “accontentarci” del suo piccolo museo all’aria aperta che, con orgoglio, custodisce una delle tradizioni popolari più antiche di Lisbona
In Portogallo, D.Manuel 1º, il Venturoso, (1469-1521), fu colui che ordinò l’organizzazione di un nucleo araldico in Portogallo per lo stemma delle famiglie nobili, (quasi contemporaneamente all’English Weapons College fondato nel 1484 ) che ha organizzato / corretto e fatto registrare gli stemmi.
72 famiglie sono state evidenziate con risalto come le più illustri e importanti del Regno, avendo come elemento distintivo l’ onore la storia e le merci e il loro stemma dipinti sul soffitto della Sala degli stemmi del Palazzo Nazionale di Sintra .
Ordinato dal re D. Dinis 700 anni fa, il Palacio da Vila fu aggiornato e rimodellato dai re successivi. Commissionato da D. Manuel I nel sec. XV, la Sala dos Brasões è il pezzo più impressionante di questo palazzo reale davvero unico. Ma quello che in questa sala sembra essere un programma decorativo eccezionale è in realtà un programma politico millimetrico: la Sala degli Stemmi del Palazzo da Vila de Sintra è l’immagine perfetta della centralizzazione del potere del re che D.Manuel fissa inequivocabilmente. Contrariamente a quanto era accaduto ai suoi predecessori nel Medioevo, D. Manuel I non era più un pari tra pari, ma un re assoluto, al di sopra di tutti gli uomini e da cui emanava ogni luce e ogni potere.
Il posto che ciascuna delle 72 famiglie nobili qui rappresentate occupava nella gerarchia di corte si esprime nel posizionamento delle rispettive armi o emblemi sul soffitto della Sala dos Brasões.
Posizionando il suo stemma sulla cupola di questa stanza, D. Manuel si proietta come il centro e il vertice di una società altamente gerarchica, ma interdipendente. Il suo potere dipende dal sostegno della nobiltà e la nobiltà ottiene la distinzione sociale di cui ha bisogno dal re.
La nobiltà è qui rappresentata dagli stemmi delle 72 famiglie più importanti. Gli stemmi riflettono le identità a cui gli individui sono associati, essendo una forma di distinzione sociale.
Tra il simbolo di D Manuel e gli stemmi delle famiglie nobili, ci sono gli stemmi degli otto figli di D Manuel.
L’iscrizione intorno alla stanza rivela come il ricordo dei servizi forniti dagli antenati – “i servizi fedeli” – definisse l’identità e la posizione sociale di ciascuno. Quanto al re, è il giudice supremo responsabile di garantire quell’ordine.
Le pareti di questa stanza furono rivestite di piastrelle nel XVIII secolo con scene galanti.
La Cappella delle Ossa fu costruita nel XVII secolo, su iniziativa di tre frati francescani il cui scopo era quello di trasmettere il messaggio della caducità e fragilità della vita umana. Questo messaggio viene chiaramente trasmesso ai visitatori all’ingresso, attraverso l’avvertimento: “Noi ossa che siamo qui, per le tue aspettiamo”. Era un modello in voga all’epoca, con l’intento di provocare attraverso l’immagine la riflessione sulla caducità della vita umana e il conseguente impegno per una permanente esperienza cristiana. Sia le pareti che i pilastri sono ricoperti da poche migliaia di ossa e teschi, provenienti dagli spazi funerari collegati al convento. Gli affreschi che decorano il soffitto a volta, risalenti al 1810, presentano una varietà di simboli illustrati da brani biblici e altri con gli strumenti della Passione di Cristo.
In fondo mostra il gusto macabro dell’uomo barocco per la necrofilia.
Questa cappella di teschi e ossa fu costruita nel luogo in cui originariamente si trovavano il dormitorio e la sala di riflessione dei frati. È formato da tre navate lunghe circa 18,70 me larghe 11 m. La luce naturale entra strategicamente in queste navate attraverso solo tre piccole fessure sul lato sinistro. Le pareti della Cappella delle Ossa e gli otto pilastri che la compongono sono rivestiti di ossa e teschi umani, accuratamente disposti, collegati da cemento marrone. Le volte sono in mattoni intonacati di bianco e dipinte con motivi che simboleggiano o alludono alla morte. Oltre alle ossa, la Cappella delle Ossa è anche decorata con statue di natura religiosa e una pittura in stile rinascimentale e barocco.
Gli archi sono decorati con file di teschi, cornici e navate bianche. Si stima che vi siano circa 5000 teschi umani che vi si trovano, tra innumerevoli ossa, dalle tombe della chiesa del convento e da altre chiese e cimiteri della città.
Nel XVI secolo in città c’erano quasi quarantadue cimiteri monastici, che occupavano troppo spazio. Come soluzione, quei monaci hanno estratto le ossa dal pavimento e le hanno utilizzate per costruire e “decorare” questa cappella.
Se vuoi visitare la capitale del Portogallo, in questo testo ti darò alcuni consigli su come vivere Lisbona nel miglior modo possibile.
Lisbona attrae i visitatori per la sua storia, ma anche per la sua variegata offerta turistica, in grado di accontentare ogni stile di viaggiatore.
Tour, gastronomia, spiagge, musei, monumenti storici e natura.
Affinché la tua esperienza nella città dei sette colli sia ben utilizzata, ecco dieci consigli essenziali
1. Come arrivarci
La città è ben servita dai mezzi pubblici, con linee metropolitane e autobus che coprono l’intera area urbana. Per chi arriva in aeroporto basta seguire la segnaletica, acquistare la carta di trasporto individuale (viaggio in tempo reale) e caricarla secondo l’opzione desiderata. Basta convalidare la carta. La linea che parte dall’aeroporto è quella rossa, che si incrocia con le altre.
Suggerimento importante: Lisbona è conosciuta come la città dei sette colli. Considera questo quando prepari i bagagli e scegli anche il luogo di alloggio. E non dimenticare le scarpe comode
2. Dove dormire
Se cerchi un posto vivace di notte, puoi cercare nel Bairro Alto, mentre Baixa è il quartiere più turistico ma anche molto vicino ai principali luoghi turistici della città. Un altro quartiere in cui suggerisco di soggiornare è Alfama, la parte più antica della città.
Per chi preferisce la spiaggia, ci sono opzioni nelle città vicino a Lisbona, che appartengono allo stesso quartiere e, quindi, hanno una buona offerta di trasporto pubblico, rendendo facile spostarsi, ad esempio Cascais, o la Costa de Caparica , per chi ama il surf.
3. Cosa mangiare
I classici meritano tutta l’attenzione. Pastel de Belém (a Belém) – o pastéis de nata (nel resto della città) -, pastel de bacalhau o piatti tipici come Bacalhau à Brás o Polvo a lagareiro (preferibilmente lontano da Rua Augusta, per evitare le trappole per turisti).
Per chi cerca concetti più moderni, un’ottima opzione è LX Factory
4. La notte di Lisbona
Cosmopolita, Lisbona riunisce avventurieri di diversi paesi, che escono per un drink imperiale (come viene chiamata una birra) durante la notte. I punti più concentrati sono Pink Street, circondato da bar con diverse proposte, come Menina e Moça, che di giorno funziona anche come libreria, e Pensão do Amor, un ex bordello trasformato in bar e discoteca.
C’è anche la zona di Cais do Sodré, con feste animate e una bellissima vista sul Tago. Il Bairro Alto è un luogo vivace, con strade affollate e tanto divertimento. Per chi cerca un’esperienza più autentica, il trucco è perdersi per le strade di Alfama e finire in uno dei tanti spettacoli di fado che si svolgono lì.
5. Fermate obbligatorie
Assicurati di averli nel tuo programma:
Praça do Comércio o Terreiro do Paço e cais delle colonne
È una delle piazze più grandi d’Europa ed è stata per molti anni uno spazio nobile della città, con palazzi e sedi di importanti istituzioni. Era anche l’ingresso della nobiltà, che sbarcavano a Cais das Colunas.
Arco di Rua Augusta (e Rua Augusta)
Rua Augusta è molto frequentata, piena di negozi e ristoranti e anche tanti artisti di strada. È curioso vedere come ognuno trova il suo modo di guadagnarsi da vivere in città.
Per salire sull’Arco il costo è basso (2,5 €) e l’ideale è andare nel tardo pomeriggio, per ammirare un’incredibile vista del tramonto. È un punto culminante, puoi anche vedere un po ‘di Lisbona e, ovviamente, il Tago.
Chiado e Alfama
Questi sono due dei quartieri più tradizionali di Lisbona. Il primo è il luogo in cui circolava tutta l’aura culturale della città, con scrittori, poeti e altri artisti che si ispiravano a quest’aria speciale che solo il Chiado ha e da lì hanno creato le loro opere. Alfama ha conservato le case di prima del terremoto che ha quasi completamente distrutto la capitale. Piccole strade dove è facile perdersi (e anche ritrovarsi) e che hanno un fascino a parte
– Ascensori e belvederi
Situati in vari punti, offrono viste uniche di Lisbona, con angoli speciali.
6. Belém
Questa è un’altra zona essenziale che garantisce una giornata ben trascorsa visitando il Monastero dos Jerónimos, la Torre di Belém, il Monumento alle Scoperte, il Museo della Collezione Berardo, Praça do Império e il famoso Pastel de Belém. Per arrivarci, usa il tram 15E, che parte Praça do Comércio o Praça da Figueira.
7. Parque das Nações
Allontanandosi dall’aura culturale e storica, c’è anche il moderno Parque das Nações, con una funivia, e il punto culminante principale che è l’Oceanarium. Lo spazio è molto ben organizzato e offre l’opportunità di vedere da vicino squali e tanti altri pesci esotici, grandi o piccoli. Puoi metterti a tuo agio lì, anche seduto di fronte al gigantesco acquario e osservando il viavai dei residenti acquatici.
8. Spiagge
Con un facile accesso in autobus o in treno, anche le spiagge della regione di Lisbona dovrebbero essere esplorate. Sulla riva sud del Tago, le opzioni sono Costa da Caparica e Setúbal, con paesaggi mozzafiato.
Già sulla stessa linea, ci sono opzioni altrettanto incredibili, come Cascais, Carcavelos, Parede e Oeiras. Ogni spiaggia ha il suo fascino, con scogli in riva al mare e acqua cristallina.
L’unica cosa è che l’acqua è fredda, ma, ovviamente, vale la pena tuffarsi.
9. Destinazioni uniche a pochi km da Lisbona:
– Sintra, patrimonio dell’umanità, dista 35 minuti di treno da Lisbona (stazione Rossio). Qui puoi visitare il Palazzo Pena, l’antico palazzo da Vila, l’esoterica Quinta da Regaleira e molto altro ancora.
Per chi cerca una meta religiosa, può raggiungere Fatima in autobus in circa un’ora e mezza dalla stazione degli autobus di Sete Rios
Se stai cercando luoghi storici davvero indimenticabili, puoi noleggiare un’auto e visitare i monasteri di Batalha e Alcobaça a circa un’ora e mezza da Lisbona.
10. Visita Lisbona con me 😉
Se vuoi goderti la città, visitare luoghi meno turistici e vivere quell’esperienza in completo relax senza lo stress di dover pianificare, allora affidati a me per l’organizzazione del tuo viaggio. Scopriamo insieme Lisbona per un’esperienza autentica e indimenticabile.