By : Maggio 3rd, 2021 Luoghi e Monumenti, Re e Regine 0 Comments

Il Palazzo Nazionale di Queluz incanta per la sua magnificenza e per l’esuberanza dei suoi dettagli architettonici. Strettamente legato alle esperienze di tre generazioni della famiglia reale portoghese, e palcoscenico di intense emozioni, il palazzo riflette l’evoluzione dei gusti e degli stili del tempo, passando per il barocco, il rococò e il neoclassicismo.

Intorno, giardini panoramici invitano a “passeggiare” nel tempo in cui la corte vi organizzava sontuose feste e custodisce i ricordi delle gite in gondola sul canale, il teatro, le cacce, le serate musicali e letterarie, i balli in maschera, giochi e recital all’aperto.
Nel 1747, Infante D. Pedro, terzo signore della Casa do Infantado e futuro re D. Pedro III (per il  matrimonio con D. Maria I) incarica l’architetto Mateus de Vicente de Oliveira di espandere il cosiddetto “Paço Velho”. Anni dopo, nel 1760, l’annuncio del matrimonio di D. Pedro con l’erede al trono, la principessa D. Maria, motiva lavori più profondi.
In questa fase, i lavori sono di responsabilità dell’architetto e orafo Jean-Baptiste Robillion. D Pedro III dedica la sua attenzione a questo luogo, trasformandolo in uno spazio di svago e intrattenimento per la famiglia reale e riempiendolo di sale d’apparato, come la Sala del Trono o la Sala degli Ambasciatori.

Nei giardini la decorazione è scandita da diversi gruppi scultorei che rievocano la mitologia classica, tra cui spiccano le statue in piombo dello studio londinese di John Cheere.

Dopo l’incendio alla Royal Barraca da Ajuda, nel 1794, dove la famiglia reale aveva vissuto stabilmente dal terremoto del 1755, il Palazzo Queluz divenne la residenza ufficiale della regina D.Maria I e, in seguito, dei principi regnanti D. João VI e D. Carlota Joaquina.
Il palazzo è abitato stabilmente fino alla partenza della famiglia reale per il Brasile

Nel 1821, D. João VI tornò in Portogallo, ma il palazzo fu solo riabitato, in regime di semi-esilio, dalla regina D. Carlota Joaquina, accusata di cospirazione contro il marito. La generazione successiva, segnata dalla Guerra Civile che si oppose ai fratelli D. Miguel e D. Pedro IV del Portogallo e il primo imperatore del Brasile, pose fine all’esperienza reale del Palazzo di Queluz. È nel palazzo Queluz, nella stanza Don Chisciotte, dove era nato, che D. Pedro IV finí per morire.

By : Aprile 8th, 2021 Luoghi e Monumenti, Re e Regine, Storia 0 Comments

Il Palazzo Reale di Nossa Senhora da Ajuda fu costruito da D. José I (1714-1777) in cima alla collina di Ajuda. Questo edificio, costruito in legno per resistere meglio ai terremoti, divenne noto come Paço de Madeira o Real Barraca. Ha sostituito il sontuoso Paço da Ribeira che era stato distrutto dal terremoto che aveva devastato Lisbona nel novembre 1755.

Il nuovo Paço, abitabile dal 1761, divenne residenza della Corte per circa tre decenni. Nel 1794, durante il regno di D. Maria I (1734-1816), un incendio distrusse completamente questa casa reale e gran parte del suo prezioso contenuto.

 Il progetto per la costruzione di un nuovo palazzo in pietra e calce, iniziò nel 1796 sotto la reggenza del principe reale D. João, ma fu sospeso dopo cinque anni di costruzione, quando, nel 1802, Francisco Xavier Fabri e José da Costa e Silva , architetti formati in Italia, ebbero il compito di adattarlo alla nuova tendenza neoclassica.

La partenza della Corte per il Brasile nel 1807, a seguito delle invasioni napoleoniche, e la periodica mancanza di risorse finanziarie non consentirono al progetto di proseguire con regolarità.

Gli scontri tra liberali e assolutisti precipitarono il Paese in una fragile stabilità e, nel 1833, la costruzione si fermò completamente. Dopo la vittoria liberale, D. Pedro assunse il governo come reggente, a causa della minore età di sua figlia, D. Maria da Glória, e giurò sulla lettera costituzionale nella Sala del trono del Palazzo da Ajuda, nel 1834.

Fu con l’ascesa al trono di D. Luís I (1838-1889) che iniziò una nuova fase, acquisendo finalmente la vera dimensione di palazzo reale quando fu scelto come residenza ufficiale della corte. I veri cambiamenti nella decorazione degli interni iniziarono nel 1862, anno delle nozze del re con la principessa di Savoia, D. Maria Pia (1847-1911). Successivamente, fu  avviato un lungo lavoro di riformulazione che si è esteso a più livelli: dalle pareti ai soffitti – rivestiti, intonacati o nuovamente tinteggiati -, al rivestimento di pavimenti con parquet e tappeti, alla scelta dei mobili per le stanze. Tutto ordinato da case specializzate, portoghesi o straniere, che rifornivano la Casa Real. I regali di nozze e le merci portate dall’Italia dalla regina hanno contribuito a decorare gli appartamenti ristrutturati.

Gli spazi ora dovevano essere più intimi e protetti. Sono state aggiunte nuove stanze al piano terra: la Sala da pranzo, per i pasti quotidiani in famiglia, un soggiorno – la Sala Blu – e le aree per il tempo libero, come la Sala dei Marmi e la Sala Biliardo; infine bagni con acqua corrente, calda e fredda. Il piano nobile era riservato ai ricevimenti di gala e il piano terra, dalla Sala della Musica e lungo la facciata ovest, destinato ad ambienti privati. Il Palazzo divenne il palcoscenico delle riunioni del Consiglio di Stato, dei giorni di gran galà – banchetti e ricevimenti ufficiali – e di vita familiare: qui nacquero i principi D. Carlos (1863-1908) e D. Afonso (1865) -1920).

Dopo la morte di D. Luís I, nel 1889, la vita frenetica del Palácio da Ajuda cambiò profondamente. Nel nuovo regno, la Corte fu divisa tra tre Paços: Ajuda, dove D. Maria Pia rimase con D. Afonso; Belém – dove nacquero i principi D. Luís Filipe (1887-1908) e D. Manuel (1889-1932) – e Necessidades, residenze alternative di D. Carlos I e D. Amélia (1865-1951). Il primo piano di Ajuda era riservato alle cerimonie ufficiali.

Nel 1910, quando fu istituita la Repubblica e successivamente la famiglia reale fu esiliata, il Palazzo fu chiuso.

Nel 2007 il Palazzo, insieme agli altri palazzi nazionali, è entrato a far parte del gruppo di proprietà sotto la supervisione dell’Istituto dei Musei e della Conservazione.

Oggi è teatro delle cerimonie protocollari di rappresentanza dello Stato.

By : Gennaio 26th, 2021 Re e Regine 0 Comments

Ti sei mai chiesto perché il re D. Pedro era conosciuto come “il giustiziere” o come “il crudele”? Questo re, diventato famoso nella storia del Portogallo per aver strappato il cuore agli uomini che avevano ucciso la sua amante Inês de Castro (vedi sul blog, post del 10 agosto 2020) e per aver chiesto che baciassero il suo cadavere mentre era seduta sul trono, era solito fare giustizia con le sue proprie mani, in tutto il paese.

D. Pedro viaggiava spesso in Portogallo e gli piaceva ascoltare le storie e le lamentele di coloro che avevano subito un torto e, invece di andare in tribunale, era lui che pronunciava le sentenze e spesso le praticava. Ci sono diverse storie di giustizia attribuite a lui.

A Santarém viveva un ricco contadino con il quale il re andava d’accordo. Un giorno, essendo in quella città e non vedendo l’uomo, chiese di lui e scoprì che suo figlio lo aveva accoltellato, lasciandogli una cicatrice sul viso. Il re allora gli ordinò di essere chiamato e gli chiese di raccontare come erano andate le cose.

Il contadino raccontò la discussione avuta con il figlio e l’aggressione di cui era stato vittima, in presenza della donna. “Manda qui tua moglie e tuo figlio”, ordinò il monarca. Quando la donna arrivò, le chiese: “Ascolta, di chi è il figlio?” Balbettò: “Di mio marito e mio, signore”. Il re si accarezzò la barba. “Hum!, Non ci credo. Se tuo marito fosse stato il vero padre, non lo avrebbe ferito in quel modo. ”

La contadina alla fine ammise che il ragazzo era il figlio di un frate confessore  che l’aveva violentata. Il giorno successivo, D. Pedro andò  a sentire la messa nella chiesa dove era avvenuta la violenza. Conclusa la cerimonia, mandò a chiamare il religioso. 

Dopo un breve scambio di parole, il re ordinò che lo stupratore fosse messo in una scatola e segato a metà. Poiché il re non era un illusionista di quelli che segano le donne senza neppure pizzicarle, il bastardo morì di una morte orribile.

L’episodio del vescovo di Porto è ancora ben ricordato. A D. Pedro fu detto, senza prove, che il prelato aveva rapporti intimi con una donna sposata. Questo gli bastò per entrare nel palazzo episcopale e, presa la frusta, punirlo. Un’altra volta, quando seppe che una donna tradiva il marito, la condannò a morte. Mentre l’ingannato implorava in ginocchio il perdono di sua moglie, che certamente amava.

Ma c’è un aspetto meno noto della vita di D. Pedro I. 

Il cronista Fernão Lopes racconta che l’estatico sovrano aveva una passione travolgente … per il suo scudiero Afonso Madeira, che “amava più di quanto si dovrebbe dire qui”.

Avendo avuto questi una relazione con una simile Catarina Tosse, il re, furioso, “ordinò di tagliargli quei membri che gli uomini hanno più in stima, in modo che non rimanga carne fino alle ossa e che non sia stato tagliato tutto”. Il povero Afonso, secondo Lopes, fu curato, ” guarito, si ingrassò le gambe e il corpo e visse alcuni anni senza barba fino a morire per morte naturale”.

By : Dicembre 30th, 2020 Re e Regine 0 Comments

Manuel I Rei de Portugal, noto come il Beato o il Fortunato. Nacque ad Alcochete, una città vicino a Lisbona nel 1469 e morì a Lisbona nell’anno 1521. Nono figlio dell’Infante D. Fernando, 2 ° duca di Viseu e D. Beatriz, sposò D. Isabel, figlia dei re cattolici.

Con la morte per parto della Regina, si sposò in seconde nozze con l’Infanta D.Maria de Castela, sorella di D. Isabel, dalla quale ebbe dieci figli, oltre al primo figlio con la precedente moglie. Di nuovo vedovo, sposò l’Infanta D. Leonor, dalla quale ebbe altri due figli.

Con la morte di D. Afonso, legittimo successore al trono del re D. João II, D. Manuel I fu acclamato suo successore al trono nel 1495.

La politica di re Manuele I era una linea di prosieguo dei governi precedenti. Continuò con le campagne di esplorazione d’oltremare portoghesi, spedizioni decisive per l’espansione dell’impero e che portarono alle scoperte del Brasile da parte di Pedro Álvares Cabral nel 1500, della via per l’India di Vasco da Gama nel 1498 e delle Molucche dell’ammiraglio D. Afonso de Albuquerque nel 1511.

Allo stesso modo, ricevette dal suo predecessore un governo potente e centralizzato con una forte tendenza all’assolutismo. D. Manuel si dedicò alle riforme fiscali, legislative e amministrative. Queste riforme furono fondamentali per configurare il Regno del Portogallo come uno stato moderno.

Ma la storia di questo re, che ha significato così importante per la storia del Portogallo, ha anche una parte degna delle migliori soap opera.

La principessa D. Leonor era destinata come moglie del principe D. João, erede della corona del Portogallo, ed erano entrambi ancora molto giovani. Il re Manuel, tuttavia, rimasto vedovo per la seconda volta, vedendo il ritratto della giovane principessa, che aveva solo diciannove anni, e dice che la tradizione era di rara bellezza, fu così compito dal suo fascino che decise di sceglierla come sua moglie, ignorando le pretese del principe suo figlio, rendendola cosi la sua terza moglie.

Carlos V era stato acclamato come imperatore di Germania, ed era andato dalle Fiandre a Saragozza, dove aveva incontrato la corte, e D. Manuel, con il pretesto di congratularsi con lui per aver cinto la corona imperiale, inviò a Saragozza il suo ambasciatore,  Álvaro da Costa, ma lo scopo principale di questa ambasciata era quello di occuparsi del matrimonio, in modo molto segreto, date le circostanze che si stavano verificando.

Álvaro da Costa svolse la sua missione con grande diligenza e diplomazia, la proposta fu ben accolta dalla corte di Castiglia e le trattative si conclusero rapidamente.

Il matrimonio ebbe luogo nella stessa città di Saragozza il 16 luglio 1518, con la nomina di procuratori per trattare con l’ambasciatore Álvaro da Costa, cardinale Florent, vescovo di Tortosa, che in seguito fu papa Adriano VI, Guilherme de Croy, duca di Sora; e João le Sauvage, signore di Strambeque.

Questo matrimonio di D. Manuel causò un certo stupore in Portogallo, perché il monarca era stato inconsolabile per la morte della sua seconda moglie, dicendo che avrebbe abdicato alla corona in favore di suo figlio e si sarebbe ritirato nel convento di Penha Longa.

Il principe provò un grande disgusto, perché si era innamorato anche lui del ritratto della sua promessa sposa, che era diventata adesso la sua  matrigna.

Dopo che i contratti di matrimonio furono conclusi, la nuova regina D. Leonor lasciò Saragozza ed entrò in Portogallo attraverso Castelo de Vide accompagnata da nobili.

Il monarca l’aspettava a Crato, e il 24 novembre ci furono i festeggiamenti pomposi. Poiché c’era la peste a Lisbona, i coniugi reali partirono con l’intera corte per Almeirim, dove rimasero fino all’estate successiva, passando poi a Évora, tornando a Lisbona solo quando l’epidemia fu completamente estinta

D. Manuel I morì nel dicembre del 1521, lasciando altri due figli frutto del suo terzo matrimonio. Si dice che, dopo essere rimasto vedovo, D. Leonor abbia recuperato il suo destino. La regina, adesso di 23 anni, ebbe una relazione segreta con il figliastro, D. João III. L’amore segreto per il suo ex fidanzato era un modo per recuperare le linee del destino che erano state spezzate da D.Manuel I.

By : Dicembre 27th, 2020 Re e Regine, Storie e leggende 0 Comments

Quando pensiamo all’Inghilterra, pensiamo quasi subito al tè.

Il tè è qualcosa di così inglese, una parte così radicata della sua cultura, che anche l’idea che tutti nel mondo conoscano questa cultura è radicata.

E per quanto il buon senso porti gli occidentali a ringraziare la Cina per aver coltivato la bevanda, la storia che ha ispirato la sua popolarità in Inghilterra è molto meno conosciuta: quella di una donna portoghese.

Nel 1662, in una monarchia britannica recentemente restaurata, Catarina de Bragança (figlia del re portoghese João IV) fu promessa al re inglese Carlo II con l’aiuto di un’enorme dote che includeva denaro, spezie, tesori e i lucrosi porti di Tangeri e Mumbai.

Quel contratto la rese una donna molto importante: la regina d’Inghilterra, Scozia e Irlanda.

Quando Catherine fece il suo viaggio a nord per unirsi a Carlo II, la leggenda narra che avesse delle foglie di tè nel suo bagaglio – e forse anche questo faceva parte della dote.

Un aneddoto divertente racconta che, sulla scatola, c’era scritto Aromatic Herbs Transport, parole abbreviate in T.E.A (tea is “té” in inglese).

Quest’ultima parte probabilmente non è vera – gli etimologi ritengono che la parola “tè” derivi dalla traslitterazione di un carattere cinese – ma ciò che è noto per certo è che il tè era già popolare tra l’aristocrazia portoghese a causa della rotta commerciale del paese verso La Cina attraverso la sua colonia a Macao, fondata intorno al 1500.

Quando la nuova regina arrivò in Inghilterra, il tè veniva consumato solo come medicina. Si credeva che desse vigore al corpo

Ma, abituata a bere il tè come parte della sua routine quotidiana, la giovane regina ha indubbiamente mantenuto la sua abitudine, rendendola popolare come bevanda sociale piuttosto che come semplice tonico.

Le sue abitudini nel bere il tè hanno influenzato gli altri a farlo. Le donne di corte si sono affrettate a copiarlo per cercare di far parte della loro cerchia “.

Edmund Waller, un poeta popolare all’epoca, scrisse persino un’ode di compleanno alla regina poco dopo il suo arrivo:

“Il meglio delle regine e il meglio delle erbe, dobbiamo

A quella nazione importante, per il modo in cui hanno mostrato

Nella bella regione dove il sole tramonta,

Di cui apprezziamo le  sue ricche produzioni “.

In effetti, il tè già esisteva in Inghilterra prima dell’arrivo di Catherine, ma non era molto popolare.

Il tè era insolito per l’epoca perché il prodotto era costoso e tutti bevevano caffè in quel momento.

Il motivo del costo elevato aveva tre ragioni: l’Inghilterra non aveva scambi diretti con la Cina, il tè dall’India non era ancora disponibile e le piccole quantità importate dagli olandesi con un alto margine di profitto.

All’inizio hanno copiato l’intero rituale della Cina. Il paese di origine di Catarina ha svolto un ruolo nella divulgazione di questo aspetto dell’esperienza del tè. Il Portogallo è stata una delle rotte attraverso le quali la porcellana ha raggiunto l’Europa. La porcellana era probabilmente anche parte della dote di Catherine e, come altre donne aristocratiche, avrebbe accumulato molti ornamenti per le sue sessioni di tè mentre viveva in Inghilterra

Ha iniziato un’abitudine aristocratica nei suoi palazzi: molto elegante, di alta classe, e quindi tutte le cerimonie che venivano dalla Cina furono immediatamente associate a questo stile di vita.

Ma il tè non è stata l’unica introduzione di Catarina de Bragança in Inghilterra.

-La conoscenza dell’arancia

Catarina amava le arance e non smetteva mai di mangiarle grazie ai cesti che le mandava sua madre.

-La composta di arance

Che gli inglesi chiamano “marmelade”, usando, erroneamente, il termine portoghese marmellata, (pasta di mela cotogna) perché la marmellata portoghese era già stata introdotta in Inghilterra nel 1495. Catarina teneva per sé e per i suoi amici la composta di arance normali e quella di arance amare per i nemici, soprattutto per gli amanti del re.

-Ha influenzato il modo di vestirsi

-Ha introdotto la gonna corta. A quel tempo, una gonna corta era sopra la caviglia e Catarina scandalizzò la corte inglese per aver mostrato i suoi piedi.

-Introdotta l’abitudine di indossare abiti da uomo per cavalcare.

-L’uso della forchetta per mangiare

In Inghilterra, anche a corte, mangiavano con le mani, sebbene la forchetta fosse già nota, ma solo per intagliare o servire. Catarina era abituata a usarlo per mangiare, e presto tutti fecero lo stesso.

-Introduzione della porcellana

Trovò strano che mangiassero su piatti d’oro o d’argento e chiese perché non mangiassero su piatti di porcellana come avevano fatto per molti anni in Portogallo. Da quel momento in poi si diffuse l’uso di stoviglie in porcellana.

-Musica

Un’orchestra di musicisti portoghesi faceva parte del suo seguito ed è stato grazie a lei che è stata ascoltata la prima opera in Inghilterra.

-Mobilia

Catarina portò con sé anche alcuni mobili, tra cui preziosi contabili indo-portoghesi che non si erano mai visti in Inghilterra.

-La nascita “dell’impero britannico”

La dote di Catarina era ottima per l’aspetto monetario ma, ancora di più soprattutto per il futuro, in quanto comprendeva la città di Tangeri, in Nord Africa e Bombay, in India. Tradendo i trattati che avevano assunto e con la scusa che il re del Portogallo era spagnolo, gli inglesi riuscirono, nonostante il controllo della marina portoghese, a salpare per l’India dove crearono un magazzino in Gujarat. Nel 1670, dopo aver ricevuto Bombay dai portoghesi, il re Carlos II autorizzò la Compagnia delle Indie Orientali ad acquisire territori.

Così nacque l’Impero britannico!

-La sua popolarità si estese all’America, dove uno dei cinque quartieri di New York (Queens) prese il nome da lei.

By : Dicembre 7th, 2020 Re e Regine 0 Comments

 

D. Afonso VI è uno dei protagonisti degli scandali che coinvolsero la monarchia portoghese.

D. Afonso VI fu consacrato come “Il vittorioso” nella Storia della monarchia portoghese, perché fu durante il suo regno che si svolsero le battaglie decisive durante la guerra di restaurazione che terminò nel 1668 con l’indipendenza del Portogallo dal regno spagnolo.

Ma se da un lato brandiva bene la spada sul campo di battaglia, con le donne non aveva lo stesso talento.

Ma andiamo con ordine.

D Afonso era il figlio di D. João IV e D. Luísa de Gusmão. Colpito durante l’infanzia da una malattia non identificata, era mentalmente e fisicamente limitato. Con la morte di suo fratello D. Teodósio e di suo padre, salí al trono all’età di tredici anni, quindi la reggenza fu lasciata a sua madre. Il re crebbe, ribelle verso qualunque educazione, conducendo una vita indisciplinata e manifestandosi perfettamente incapace di assumersi le responsabilità del governo.

Uno dei suoi compagni, nella sua vita sregolata, António Conti, si insinuò in modo tale che ben presto visse a Palazzo, su invito di D. Afonso VI  influenzando gli affari del governo del regno. Lo scandalo aumentò al punto che D. Luísa de Gusmão fece giurare come futuro re l’ Infante D. Pedro, il fratello minore di D Afonso, e António Conti fu arrestato.

Nel frattempo, il conte di Castelo Melhor, consigliere del re e primo ministro, effettuò un colpo di stato, costringendo D. Luísa, a consegnare il governo a D. Afonso VI e costringendola a ritirarsi in convento.

Nelle grazie del re, iniziò poi la sua brillante carriera politica, terminando vittoriosamente con la Guerra di Restaurazione e riuscendo a far sposare D. Afonso con Maria Francisca Isabel de Saboia che però molto rapidamente entrò in conflitto con il conte, e aiutò il cognato D Pedro a rimuovere il proprio marito dal governo.

Per ottenere ciò, chiese di annullare il matrimonio, accusando il re di impotenza. 

Durante il processo, ben 14 donne parteciparono come testimoni.

D. Afonso VI visse l’umiliazione di avere queste quattordici donne testimoni della sua disabilità a letto!

Nell’arco temporale segnato tra il 9 gennaio e il 23 febbraio dell’anno 1668 si svolsero le udienze pubbliche che miravano a valutare una possibile incapacità sessuale del re D. Afonso VI. Il momento storico si svolse nel palazzo arcivescovile di Lisbona. Furono chiamate a testimoniare 55 testimoni, distribuite il ​​lunedì, mercoledì e sabato, sempre nel pomeriggio.

La regina si rifugiò nel Convento da Esperança, dopo aver nominato procuratore il Duca di Cadaval.

Non mancarono dettagli particolari che sono presenti in un manoscritto custodito nella Torre do Tombo che è stato pubblicato da António Baião, nel 1925. Denominato Causa di nullità del matrimonio tra la regina D. Maria Francisca Isabel de Saboya e il re D. Afonso VI, questão documento ha rivelato le testimonianze delle 14 donne.

Nessuna difese D. Afonso VI.

Nessuna, infatti, si presentò alle udienze per difendere D. Afonso, poi deposto con decisione del Consiglio di Stato.

Con una nuova congiura a palazzo, seguí l’abdicazione di D. Afonso VI. D. Pedro prese le redini del potere, sposò la cognata, dopo l’annullamento del suo matrimonio con D.Afonso e quest’ultimo fu esiliato ad Angra do Heroísmo nel 1669, da dove tornò nel 1674, venendo poi rinchiuso nel Palazzo di Sintra, dove si può ancora visitare la sua stanza prigione, fino alla sua morte.

D. Pedro II fu incoronato re e svolse bene il suo ruolo con D. Maria Francisca. 9 mesi dopo, infatti, nacque una principessa, Isabel Luísa.

By : Ottobre 5th, 2020 Re e Regine, Storia 0 Comments

Figlio di Dona Maria II e D Fernando II, D. Pedro V ha avuto un’attenta educazione morale e intellettuale, studiando tra le altre discipline, scienze naturali, filosofia, scrittura e lingue. Fin dalla tenera età ha mostrato una notevole intelligenza: all’età di due anni parlava tedesco e francese e all’età di dodici anni padroneggiava il greco e il latino e sapeva anche parlare inglese.

Ha viaggiato in diversi paesi e ha cercato di portare in Portogallo la modernità e l’evoluzione che ha incontrato in questi viaggi, è stato liberale e innovativo ma anche caritatevole e preoccupato per la sua gente. Ha inaugurato il primo telegrafo in Portogallo e anche la ferrovia tra Lisbona e  Carregado e veniva chiamato “Il re Santo” perché si rifiutò di lasciare Lisbona durante le epidemie di colera e febbre gialla dal 1853 al 1857 dove fornì assistenza diretta alle vittime e creò l’asilo D. Pedro V per accogliere gli orfani, dando loro l’istruzione primaria e insegnando loro un mestiere.

D. Pedro V non aveva grandi interessi matrimoniali, rifiutando per questo la sua prima promessa moglie, ma alla fine accettando la seconda, Estefânia de Hohenzollern-Sigmaringen.

Nell’aprile 1858, il re D. Pedro V e la regina D. Estefânia si sposarono per procura, ma si incontrarono solo un mese dopo.

Il matrimonio ebbe luogo il 18 maggio 1858, presso la chiesa di São Domingos, a Lisbona. L’intera città era pronta per ospitare l’evento.

Per compiacere la sua futura moglie, D. Pedro V, ordinò di realizzare uno dei gioielli più costosi della corona portoghese appositamente per il suo matrimonio. Un diadema con più di 4.000 diamanti ed è qui, secondo le persone, che iniziò la sfortuna di questa storia d’amore.

A quel tempo, i diamanti non dovevano essere usati dalle donne vergini al matrimonio e, come se non fosse un presagio sufficiente, il gioiello era così pesante da creare una ferita aperta sulla fronte della Regina. Quando lasciarono la chiesa con il sangue che scorreva dalla fronte della regina, le persone dettarono la  loro condanna: “Oh poverina… morirà!  

Tuttavia, per D Pedro V, dopo aver incontrato D. Estefânia, tutto era cambiato: la coppia sembrava innamorata, camminavano mano nella mano per i giardini di Sintra e Benfica.

Ma la regina doveva rimanere incinta.

Un anno dopo il matrimonio, la regina ebbe un malore e fu ricoverata. A soli 22 anni, la regina morì di difterite, contratta durante l’inaugurazione della ferrovia in Alentejo.

Il marito rimase al suo capezzale, senza dormire, per due giorni interi. I medici della casa reale eseguirono un’autopsia, ma il suo risultato fu reso pubblico solo 50 anni dopo in un articolo del famoso dottore Ricardo Jorge, poiché l’autopsia rivelò qualcosa di inatteso: la regina morì vergine!

Il giorno del funerale, Estefânia portò con sé il prezioso gioiello donato dal marito che all’arrivo al luogo previsto fu scambiato con una ghirlanda di fiori d’arancio … il gioiello, del valore di 86.953.645 reis, non fu mai più visto.

D. Pedro, distrutto per la perdita del suo grande amore, finì per morire l’11 novembre 1861, all’età di 24 anni. Morì di febbre tifoide, contratta bevendo acqua contaminata durante una caccia.

By : Settembre 29th, 2020 Re e Regine, Storia 0 Comments

Durante il regno di D. João V, la firma di un trattato di pace tra diversi paesi europei (1713), fu seguita da una politica di ravvicinamento tra Portogallo e Spagna.

Fu negoziato un doppio matrimonio tra gli eredi dei due regni: la principessa portoghese Maria Bárbara (figlia di D. João V) avrebbe sposato l’erede al trono di Spagna, il principe Fernando; il futuro re D. José I avrebbe contratto matrimonio, invece, con la principessa D. Mariana Vitória (figlia di D. Filipe V, 1 ° re della dinastia Borbone, in Spagna).

Era anche un modo per cercare di garantire la pace tra i due regni.

I documenti per questo contratto furono firmati a Lisbona e Madrid nel 1727, e cosi iniziarono i preparativi per la cerimonia nuziale, che divenne nota come “lo scambio delle principesse”.

Il 10 gennaio 1723, fu preparato il contratto matrimoniale della principessa portoghese con il principe delle Asturie D. Fernando, figlio di Filippo V, di Spagna. Di notte ci furono i fuochi d’artificio al Terreiro do Paço, vari punti nel Tago furono segnalati e illuminati con splendore, e le luminarie in tutta la città furono altrettanto brillanti. Il giorno successivo le nozze si svolsero a Lisbona, per procura, nella chiesa patriarcale.

Lo scambio delle principesse doveva avvenire su un terreno neutro. Per questo motivo fu costruito un ponte con un palazzo in legno sul fiume Caia, un fiume che segna il confine tra Portogallo e Spagna nella regione di Elvas / Badajoz. Il palazzo, molto ben arredato, avrebbe accolto le famiglie reali e gli ospiti principali. E fu in questo palazzo effimero sospeso sul fiume Caia che sarebbe avvenuto lo scambio.

Il corteo reale lasciò Lisbona l’8 gennaio, seguito dal seguito della regina D. Ana Josefa e del patriarca D. Tomás de Almeida.

D. João V arrivò a Évora il 10, accompagnato da D. José, e cercò di ordinare un “ricevimento solenne e festoso” per sua moglie, che era in viaggio con la figlia, Maria Bárbara de Bragança, e l’Infante D. Pedro. Ad accoglierli furono le autorità cittadine, tra cui nobiltà e clero, due battaglioni di fanteria e due reggimenti di cavalleria, oltre alle persone accorse alle porte della Laguna, “da fuori le mura”.

La cerimonia per lo scambio delle principesse, spose degli eredi di due corone, si svolse con il massimo sfarzo, mostrando  tutta la sua magnificenza.

Il corredo della principessa D. Maria Bárbara era grandioso e sorprendente. D. João V, per rendere più suggestiva la cerimonia, ordinò la costruzione del palazzo di Vendas Novas, che esiste ancora oggi, con l’unico scopo di fornire alloggio per due notti alla delegazione portoghese e spagnola . 

Tempo dopo, nel 1746, Filipe V morì e il principe delle Asturie salì al trono con il nome di Fernando VI, incoronando così la principessa D. Maria Bárbara regina di Spagna.

L’entourage della principessa Maria Bárbara era composto da diversi carrozze ordinate appositamente per la cerimonia. C’erano ancora 185 carri e 6.000 soldati.

Molte persone accorsero al fiume per assistere, per quanto possibile, agli eventi pubblici delle cerimonie.

I matrimoni ebbero luogo il 19 gennaio 1729.

291 anni fa. 

By : Settembre 17th, 2020 Re e Regine 0 Comments

È il Re noto per il suo splendore, il periodo barocco, per la costruzione del meraviglioso palazzo e convento di Mafra, ma anche per i suoi rapporti extraconiugali. E cosa c’è di strano in un re che ha  delle amanti? In apparenza nulla, a parte il fatto che D. João V aveva una preferenza per le suore …

E di tutti le innamorate, la più famosa era Madre Paula Silva, una giovane bruna, suora del Convento di Odivelas, per la quale D. João V fece costruire stanze sontuose, con soffitti dorati, dove era servita da nove serve. Secondo il libro “Amanti dei re di Portogallo”, i letti erano a baldacchino, rivestiti con foglie d’argento e circondati da velluti rossi e dorati, e le giare in cui urinava erano d’argento.

Durante i 10 anni in cui durò questa relazione, il re gli diede un reddito annuo di 1708 $ 000 réis, ma poteva andare a Odivelas per avere rapporti con la suora solo quando il medico del palazzo lo autorizzava.

Nel 1720, quando Madre Paula aveva 19 anni, diede alla luce José, che era già il quarto figlio bastardo del monarca.

Il primo era nato già dopo il matrimonio con D. Maria Ana d’Austria ed era figlio della sua prima fidanzata, D. Filipa de Noronha, sorella del marchese di Cascais, sedotta quando D. João aveva solo 15 anni e lei 22. Era una dama della regina Maria Sofia di Neuburg, madre del focoso principe. Per convincerla, D. João usò mezzi follemente sciocchi, inclusa una promessa di matrimonio. Il corteggiamento e l’offerta di gioielli rafforzarono l’amore della signora, che aveva l’illusione di diventare regina del Portogallo. Si capisce la sua frustrazione quando seppe dei negoziati per l’unione con la principessa Maria Ana d’Austria.

Seguirono i tre figli illegittimi che divennero noti come Meninos de Palhavã (per aver vissuto in un palazzo in questa zona di Lisbona). Prima di Madre Paula, durante le sue prime visite al Convento di Odivelas, il Re era in intimità con una suora francese, che diede alla luce D. António, e un’altra suora portoghese, madre di D.Gaspar, che divenne arcivescovo di Braga. Il re riconobbe questi tre dei suoi figli illegittimi in una dichiarazione firmata nel 1742.

Quando si stancò delle sue visite a Paula, D. João V iniziò a frequentare un palazzo del XVII secolo che esiste ancora a Lisbona, all’angolo delle strade di Poço dos Negros e São Bento. D. Jorge de Menezes, proprietario di proprietà in Algarve, viveva lì, ma il re scelse di andarci nei giorni (o nelle notti) in cui lo sapeva assente. Con chi si sarebbe incontrato – di nascosto – era con D. Luísa Clara de Portugal, la moglie di D. Jorge.

Ma, durante la visita a Luísa Clara, D. João V si intratteneva anche con una serva della signora. E nominò perfino diplomatico presso la Santa Sede, a Roma, un fratello della ragazza, calzolaio di mestiere!

E nel frattempo il prevedibile accadde: Luísa Clara rimase incinta durante una delle assenze del marito. Sconsolato, D. Jorge si ritirò in una fattoria a Sintra, dove sarebbe morto. Quanto alla regina, tentò – invano – di impedire alla sua rivale di entrare alle feste di Palazzo. Il frutto di questi amori fu una ragazza, inviata al Convento di Santos.

Libera dai suoi figli e da suo marito, Luísa Clara ebbe tempo per tutto, compreso essere l’amante di un fratellastro del re, figlio bastardo di Pedro II. Furioso, D. João V pensò di far castrare l’audace parente, e solo il confessore riuscì a placare la sua ira, evocando le pene dell’inferno.

D. João V avrebbe anche avuto una relazione con una zingara, Margarida do Monte, che mandò in un convento, in modo che smettesse di ricevere altri amanti.

L’ultima amante di D. João V, quando aveva ormai 50 anni, sarebbe stata la cantante lirica italiana Petronilla Basilli. Per tenere il passo con la performance lirica richiesta, il re iniziò a prendere afrodisiaci. E quando, due anni dopo, voltò le spalle alla Basilli, si iniziò a sussurrare che per lui era finita. La verità è che, nell’ultimo decennio della sua vita, il Magnanimo si dedicò principalmente ai gesti caritatevoli che giustificavano il suo epiteto.

By : Settembre 3rd, 2020 Re e Regine 0 Comments

Nel 13 ° secolo, nel regno di Aragona, nacque una principessa che sarebbe rimasta per sempre nella storia del Portogallo.

Isabel, che prende il nome anche da sua zia, Santa Isabel di Ungheria, sorella di sua nonna paterna, nacque molto probabilmente a Saragozza nel Regno di Aragona l’11 febbraio 1270. Era la figlia di D. Pedro il Grande e Dona Constanza di Sicilia. Da parte di padre gli scorreva nelle vene sangue ungherese, mentre da parte di madre discendeva da Manfredo di Napoli e Sicilia e da Dona Brites de Savoy, suoi nonni. La ragazza, primogenita, tra diversi fratelli, era delicata e molto bella e fin dall’infanzia, vissuta in buona parte a Barcellona, dimostrò il gusto per la preghiera, il candido potere di generare affetti e riconciliazioni, gentilezza ingenua e intelligenza promettente. Queste virtù avevano innescato in diverse Case Reali d’Europa il forte desiderio di averla come regina.

Nel 1279 salì al trono del Portogallo D. Dinis, monarca colto, poeta, trovatore, nipote di Afonso X, il Saggio. Il giovane re aveva diciannove anni e considerando molti altri motivi di stato, decide di scegliere come sua regina, Isabel, la figlia del re d’Aragona. Isabel aveva tre pretendenti, tuttavia sarà D. Dinis che l’avrà al suo fianco sul trono portoghese. Le basi del contratto nuziale furono firmate il 24 aprile 1281.

Il matrimonio si svolse, per procura, nella città di Barcellona, ​​dopo un copioso scambio epistolare. Solo due mesi dopo gli sposi si incontrarono per la prima volta in terre portoghesi.

La regina ricevette una donazione significativa da suo marito: Óbidos, che amava moltissimo, Porto de Mós, Abrantes e altri 12 castelli.

Fu nella città di Coimbra che la regina Dona Isabel iniziò una vita piena di magnanimità e santità con la sua corte. Madre di Costanza e Afonso, futuro re Afonso IV, pia, di suprema carità e devota, la vita della regina rimase legata ad atti di compiacenza, di favore attraverso elemosine, offerte, cure, con cui si dedicava ai più poveri.

Allo stesso tempo, le sue suppliche e la sua diplomazia diffondevano armonia e pace tra regni, parenti e anche tra marito e figlio.

Il matrimonio con il re D. Dinis durò circa 44 anni e solo la morte del monarca nel 1325 separò gli sposi reali. Da vedova, D. Isabel indossò l’umile abito delle Clarisse e si stabilì a Coimbra al Paço che aveva accanto al Monastero delle Clarisse.

Sopravvisse al marito poco più di dieci anni e nel dicembre 1327 scrisse il suo secondo testamento in cui affidò il suo corpo a una tomba nella chiesa del Monastero di Santa Clara a Coimbra. Tra il Palazzo e il Convento, la regina unì i doveri della Corona con devozione e pietà, seguiti da giorni di preghiera, opere di carità, digiuni e fatiche che il tempo non placava.

Nel giugno 1336, la regina fu informata che suo figlio avrebbe combattuto contro suo nipote D. Afonso IV di Castiglia. Re Afonso IV e la sua corte erano già a Estremoz, D. Isabel, madre e nonna, 66 anni, intraprese un lungo e doloroso viaggio di molte leghe tra Coimbra ed Estremoz. Il viaggio fu faticoso ed estenuante, la Regina arrivò molto malata e morì il 4 luglio 1336.

Il giorno successivo, il re, attenendosi alle ultime volontà della madre, ordinò il trasferimento della salma a Coimbra.

La regina Dona Isabel era stimata dal popolo per le sue opere di carità, nella morte le stesse persone iniziarono a venerare le sue spoglie, adorandola e credendo nei miracoli e nella sua santità. Il re D. Manuel chiese alla Santa Sede di beatificare la regina D. Isabel, beatificazione concessa da papa Leone X nel 1516. Nel XVII secolo, la tomba fu aperta, e fu dichiarato da chi era presente, che il corpo della regina era incorrotto e con un profumo di fiori. La regina era santa. Nel maggio 1625 Papa Urbano VIII canonizzò solennemente la regina Dona Isabel, ribattezzandola Regina Santa Isabel. Quando la bara fu trasportata dal Monastero di Santa Clara Velha al Monastero di Santa Clara a Nova, dopo che le acque del Mondego avevano completamente allagato il vecchio convento, la tomba fu riaperta e, tra lo stupore di tutti, si verificò che il corpo era rimasto intatto e che l’odore era ancora il profumo dei fiori.

Il miracolo delle rose

La leggenda narra che il re, già irritato dal fatto che lei si intratteneva sempre con i mendicanti, le proibì di fare altre elemosine. Ma un giorno, vedendola sgattaiolare fuori dal palazzo, le andò dietro e le chiese cosa stesse nascondendo sotto il mantello.

Era il pane. Ma lei, angosciata per aver disobbedito al re, esclamò:

– Sono rose, signore!

“Rose, a gennaio?” Dubitò il re.

Con gli occhi bassi, la regina Santa Isabella aprì il mantello ma il pane si era trasformato in rose, belle come non si erano mai viste.