È un giorno di pioggia oggi a Lisbona, di quelli autunnali, un po’ grigi. Ma la nostra giornata, quella mia e di Alex, sta per essere rallegrata da un felice incontro.
Christian, vecchia conoscenza di Alex, ci viene incontro con il suo vivace cane Chopin. E si, Chopin, come il celebre compositore. D’altra parte un amante della musica come lui non poteva scegliere nome migliore.
Christian, all’anagrafe Christian Lújan, è infatti un baritono dalla bellissima voce. Ma è anche un artista dalle mille sfaccettature. Pronti a scoprirle insieme?
Christian, colombiano di origine, a Lisbona ci arriva per caso.
È successo 15 anni fa, quando all’età di 21 anni segue la madre, che, dopo il divorzio, decide di venire a Lisbona. Il loro arrivo non sarà dei più semplici perché, come Christian ci racconta, arrivano senza visto e passeranno ben 6 giorni in aeroporto a Lisbona in attesa di sapere se poter entrare nel paese o meno.
Quattro mesi dopo Christian entra nel Conservatorio Nazionale dove inizia a studiare canto lirico. Inizia anche a frequentare la facoltà di Musicologia nella FSCH, ma senza completare il corso.
La musica era ormai la sua strada e Christian non smetterà mai di seguirla.
“Ma come è iniziata?”, gli chiedo. Ancora una volta per caso.
Christian è originario di Medellín, centro della Colombia, non esattamente un paese dove la cultura della musica lirica possa ritenersi particolarmente radicata. Cresce con due educazioni diverse: sua madre è avventista (chiesa cristiana avventista del settimo giorno, n.d.r.), ma Christian frequenta la scuola salesiana della sua città, è vegetariano in casa, mangia carne a scuola, a casa si rispetta il sabato come giorno di riposo, ma alle stesso tempo inizia a far parte del coro salesiano.
Nel frattempo comincia anche a suonare. Era uso introdurre i bambini alla musica con piccoli corsi e Christian scopre il contrabbasso che sarà il suo primo strumento.
E cosi comincia il suo legame con la musica: tra il suo contrabbasso e i salmi cantati con il coro durante la Messa. Fino a quando un giorno qualcuno lo sente cantare. Antonio, professore alla facoltà di medicina, ma appassionato di musica e direttore del coro. Sente qualcosa di diverso, di speciale nella voce di Christian e gli propone di cominciare a curare questo suo dono. E cosi comincia a studiare nell’Instituto di belle arti di Medellín e si apre al mondo dell’opera.
Quando sua madre decide di partire per Lisbona, per Christian è l’occasione di arrivare in Europa, nel continente in cui l’opera e la cultura del canto lirico è radicata da secoli.
Ed è cosi che è iniziata, ed è a Lisbona e nel suo conservatorio che si è dedicato a questo nuovo mondo.
Christian si ricorda ancora la sua prima opera e il suo primo ruolo, quello di Pinnellino, il calzolaio del Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, al San Carlo di Lisbona. Aveva 23 anni. Gli chiedo quanto fosse emozionato. Christian mi risponde: “Emozionato? No. Terrorizzato”. Questo il suo ricordo delle prime due rappresentazioni. Ma in fondo, mi dice, è sempre cosi. Le prime rappresentazioni sono quelle del tremore, dell’ansia, poi si entra in scena, una sera dopo l’altra, e un po’ alla volta si comincia a godersi lo spettacolo e l’emozione della musica e dell’opera.
Lisbona non sarà la sua unica meta. Si trasferirà in Belgio per tre anni e mezzo dove si perfezionerà al Flanders Opera Studio.
Ed é in Belgio che arriverà la grande svolta nella sua vita sentimentale. Tornerà ad incontrare una collega, Mariana, lisboeta, cantante lirica anche lei, la cui strada aveva già incrociato ma senza che la scintilla fosse scoccata. Due caratteri diversi all’epoca, lei vivace, lui in una fase che definisce “boemia”, non si erano incontrati. Ma il destino gli ha dato una nuova possibilità, in Belgio, dove sono finiti a condividere un appartamento e si sono innamorati. La loro storia d’amore dura da dieci anni ormai e pochi mesi fa é stata coronata dalla nascita della tenerissima Camila.
Tanti sono i ruoli che Christian ha interpretato, ma quando gli chiedo quali sono quelli in cui si é più immedesimato o che più ha amato, non ha dubbi: Scarpia (il “cattivo” dellla Tosca) o Marcello (il pittore della Bohème), e i ruoli tragici dell’opera romantica, soprattutto quella di Giacomo Puccini.
Oggi Christian vive di musica, ma non può non ricordare i tempi in cui si è dedicato a tanti lavori diversi e nel frattempo, passava da un’audizione all’altra. Sicuramente una situazione stancante all’inizio, ma che non ha mai fatto desistere Christian che oggi ha saputo far conoscere il suo nome e la sua voce speciale nel mondo della lirica e finalmente può vivere di quello che ha sempre sognato.
Ma il ventaglio delle sfumature artistiche di Christian non si ferma alla musica e al canto lirico, e mentre ci dice di aver iniziato a studiare per imparare le tecniche di massaggio cinese, ci parla anche di un progetto di fotografia. Ci tiene a dire che non é un professionista, ma le sue foto lasciano davvero senza parole. (Cercate su Instagram @quotidianoss, e giudicate voi stessi).
Il progetto é estremamente interessante: passare una mattina con un estraneo e fotografarlo nella sua quotidianità, al naturale, nudo. Non si tratta di modelli ma di persone comuni.
Christian é sempre stato appassionato di fotografia, già da ragazzo, e racconta di quando all’età di 15 anni gli rubarono la sua macchina fotografica con dentro ancora il rullino e delle fotografie tra cui due prime foto di nudo. Da allora questo progetto era rimasto sospeso, fino ad oggi. Christian ci racconta di aver dovuto lottare contro una serie di preconcetti e di aver avuto bisogno di tempo per confessare, addirittura alla sua stessa famiglia, che il nudo era il soggetto da lui scelto per le sue fotografie. Un progetto che adesso continua già da circa 5 anni e che ci regala immagini di un quotidiano al naturale, senza filtri, senza costruzioni.
Un mondo tutto da scoprire, insomma, quello di Christian.
Nel frattempo la pioggia ci ha dato un momento di tregua e Chopin non smette di saltellare sulle gambe di Christian: è ora della passeggiata.
E allora li accompagniamo e ne approfittiamo per fare ancora quattro chiacchiere, sulla vita, i tanti cambiamenti vissuti, i progetti del futuro e, sopratutto, sulla nuova meravigliosa avventura della sua recente paternità.
Ci siamo, è ora di lasciarli andare, ma prima io ho ancora una curiosità: “E il contrabbasso?”
È rimasto appeso alla parete di una fattoria in Colombia. Forse chissà, un giorno Christian lo andrà a recuperare, forse resterà li come un segno di dove tutto è cominciato.
Prima di salutarci, Christian ci dice che nel suo futuro ci sono ancora viaggi, ancora luoghi da scoprire e in cui mettersi alla prova. In fondo l’arte è una continua evoluzione. Ma nel frattempo possiamo godere ancora della sua voce nei teatri di Lisbona, un’esperienza da non mancare, quella di lasciarsi trasportare dalla magica atmosfera dell’opera e dalla voce melodiosa del nostro Christian.