Nella zona di Anjos a Lisbona, risalendo la rua Triangulo Vermelho ci si imbatte in una galleria d’arte, o per meglio dire, una piattaforma d’arte, che si dedica alla promozione di artisti visuali, ma che, soprattutto, ha per missione quella di essere un luogo di incontro e scambio culturale e artistico, naturalmente.
Ad accoglierci ci sono i due creatori di questo luogo e di questo progetto, nonché anima di questo posto: Vital Lordelo Neto e Julia da Costa.
Appena entrati, l’amore per l’arte é tangibile, non solo per le opere di diversi artisti alle pareti o nei cataloghi, ma soprattutto per l’atmosfera che Vital e Julia hanno saputo creare, trasportando la loro grande passione per l’arte e la loro vita di artisti, in questo progetto, nato concretamente nel 2019: Joia, “orivesaria dos sentimentos” (gioielleria dei sentimenti)
Il nome deriva dal loro primo spazio, nella Baixa di Lisbona, che avevano installato in un’ antica gioielleria e da li l’idea del nome Joia (gioia). Ma come dice il titolo del loro progetto, i gioielli che qui si vendono sono molto speciali: sono le emozioni che l’artista trasmette attraverso le sue opere.
Ma conosciamo più da vicino Vital e Julia.
Vital é brasiliano, di Brasilia. Sarà intorno ai 20 anni, quando si trasferisce per il sud del paese, a Portalegre, luogo di grandi colonizzazioni e molte influenze culturali, che comincia la sua carriera di artista. Inizia anche una formazione in pubblicità e giornalismo, e quando arriva a Lisbona nel 2016 ha già un bagaglio di artista importante. Quando arriva a Lisbona Vital stava lavorando ad un progetto davvero interessante sui sentimenti e sulle emozioni, trasportate attraverso l’arte dell’illustrazione, su delle locandine. Il supporto non é casuale: la volontà di usare un mezzo che viene normalmente esposto per strada sottolinea la sua volontà di comunicare con la gente e portare l’arte alla portata di tutti. E il parlare di emozioni e sentimenti, é perché é sempre più difficile riuscire ad esprimere quello che si prova e ancora meno comunicarlo agli altri. Vital ci dice che la pandemia ha sicuramente reso tutto questo ancora più complicato e che il bisogno di comunicare con gli altri é quanto mai attuale e la strada é sicuramente il palco migliore per lasciare questo messaggio.
Quando Vital arriva a Lisbona aveva già realizzato 18 poster dei 30 che oggi conta il progetto che va avanti da nove anni. E che ha ancora molto da raccontare.
Nel 2019 la sua esperienza di artista e il suo contatto con la città di Lisbona, che Vital definisce un ottimo luogo di incontro e scambio tra culture, lo portano all’idea di creare Joia. Proprio conoscendo le difficoltà di un artista che arriva in un nuovo luogo o che decide di intraprendere il suo percorso artistico, l’idea é quella di creare un ambiente che si distacchi da una galleria d’arte usuale e che vuole essere piuttosto un riferimento concreto sul territorio, in cui esporre, ma anche in cui essere orientati.
Nel 2020 arriva a Joia anche Julia. Francese di Vichy, arriva in Portogallo per imparare la lingua nel 2016. Il suo percorso l’ha portata su due binari paralleli, l’arte e la psicologia, che oggi si fondono nelle sue opere. Julia, arrivata a Lisbona, si dedica a un progetto di disegno, schizzi della città, che tra le pagine di un quaderno prende vita in un’unione di parole e immagini che dà origine a un’opera con cui partecipa all’importante evento artistico “Rendez-vous du carnet de voyage”. Riparteciperà con un’altra opera l’anno seguente dopo un’esperienza a New York.
Ma i suoi studi di psicologia si fanno sentire e Julia comincia a realizzare opere centrate su l’analisi delle emozioni.
Ed é nel 2019 che le strade di Julia e Vital si incrociano. Come artisti prima, come compagni di vita poi.
Il progetto di Joia é cresciuto molto in questi anni: 50 artisti e 8 differenti paesi sono qui rappresentati. Ma la grande innovazione di questo progetto é la sua idea di base che la differenzia da una normale galleria d’arte. Joia é uno spazio per crescere, come lo stesso Vital mi dice.
Quando il progetto é iniziato non c’era l’idea di trasportarlo sul piano virtuale, ma anche a causa della pandemia le cose sono cambiate e, con l’aiuto di Julia, oggi Joia é un luogo fisico, ma anche uno spazio virtuale, oltre a contare anche con un atelier di tatuaggi, un’agenzia di illustrazione e una rivista online, Frestas (fessure) nata proprio durante la pandemia, per far si che da quelle fessure da cui per mesi dovevamo guadare il mondo, oggi possiamo guardare l’arte e le opere degli artisti li rappresentati.
Gli artisti nel progetto di Joia sono tutti artisti locali, di diverse origini ma tutti legati alla città lusitana in cui vivono. Joia si occupa di esporre le loro opere ma soprattutto si occupa di loro: di orientarli, di consigliarli.
Ma il messaggio di Joia é un messaggio che va ancora più al di là. L’arte prima di tutto, come scelta di vita, come messaggio per tutti.
Quello che oggi per Vital e Julia é anche un lavoro, nella realtà finisce per essere una vera e propria missione. La loro priorità é l’arte e vivere d’arte. E chi entra a far parte di questo progetto come artista deve sentire lo stesso. Non c’é spazio per chi vede l’arte solo come un passatempo o come un mezzo per guadagnare. L’arte prima di tutto deve essere al centro della vita di un artista, é l’artista stesso che deve credere che di arte si può vivere e che all’arte bisogna dedicarsi. Solo chi condivide questo pensiero e modo di vivere può apprezzare fino in fondo questo progetto ed entrare a farne parte.
Vital e Julia lo vivono come una vera missione e si dedicano a questo anima e corpo. E non solo alla piattaforma che hanno creato e alla guida degli artisti che ne fanno parte, ma anche alla diffusione dell’arte stessa.
L’idea di creare questo spazio fisico é anche quella di permettere a tutti di usufruire dell’arte che propongono. Chi entra in questo spazio può entrare per comprare come é ovvio, ed é sempre un buon investimento perché come Vital e Julia ci dicono “un’opera d’arte sulle nostre pareti é come una nuova finestra” che ci permette di guardare un mondo diverso. Ma altri entrano anche solo per guardare, e va bene cosi, perché avranno goduto dell’arte comunque anche se per un breve momento.
Diffondere l’arte, raggiungere il maggior numero di persone, perché per Vital e Julia l’arte non é beneficio di pochi, ma un’emozione alla portata di tutti.
Anche la scelta del tipo di arte esposta si sposa con questa ragione: per lungo tempo l’illustrazione era considerata un’arte minore, e questo progetto si impegna a dargli l’importanza che merita. Diversi tipi di arte esposti, diversi tipi di “supporti”: dalle locandine alle cartoline. Perché cosi tutti possono trovare un’opera che corrisponda ai loro gusti e anche alle loro possibilità. Julia e Vital si impegnano perché l’arte non sia considerata un prodotto d’élite, ma perché tutti coloro che lo desiderano possano avere la loro opera d’arte in casa.
Persino la scelta delle cornici partecipa a quest’idea: semplici, quasi essenziali. Perché non é la cornice la parte importante. Come Vital dice “il supporto é semplice, l’arte é nobile”.
Il messaggio che Joia lancia é proprio quello di ridare all’arte la sua giusta importanza e far comprendere anche che l’arte é un lavoro, non é una fantasia o un passatempo. Chi fa dell’arte la sua vita, investe lavoro, emozioni, pensieri, tempo e spesso un’artista non viene considerato alla pari di tanti altri lavori. Tante volte l’artista stesso finisce per non considerarsi alla pari di altre professioni. E Vital e Julia con il loro progetto cercano di fare anche questo: aiutare ad acquisire consapevolezza del proprio lavoro e far si che il mondo capisca quello che c’é dietro un oggetto d’arte.
E Vital e Julia danno estrema importanza anche alla documentazione che c’é dietro, perché un artista sia considerato e riconosciuto.
Un lavoro a tempo pieno che va ben oltre le ore di apertura della galleria/piattaforma d’arte.
Ma Vital e Julia non si dedicano solo a curare il lavoro degli altri, e continuano il loro percorso personale di artisti allo stesso tempo. Vital con un progetto chiamato “Vitalis”, in cui lavora su un cuore creato con vari moduli che possono essere alterati nei colori e nelle posizioni, su cui poi aggiunge dei disegni. I dettagli. Per un lavoro ogni volta nuovo ed originale. Julia, invece, si dedica ad un progetto che vede unite le sue due strade, arte e psicologia, e dopo un primo fumetto dedicato alla dipendenza dell’alcool, oggi mette in risalto la dignità della malattia mentale.
Che dire: non si può non rimanere affascinati da questo luogo, da questo progetto, da Julia e Vital che hanno fatto della loro passione un lavoro e del loro lavoro una missione.
Probabilmente prima che si cominci a dare all’arte e agli artisti la giusta importanza per il loro lavoro dovremmo continuare ad attendere, ma di sicuro Joia é un luogo in cui chi vuole vivere d’arte trova un riferimento, un luogo di crescita, di ispirazione. E per chi d’arte é solo appassionato, raramente troverà un luogo migliore in cui respirare a pieni polmoni il sacro fuoco di questa passione.
Joia, la gioielleria delle emozioni: e le emozioni non mancheranno se accetterete di lasciarvi accompagnare da Julia e Vital in questo turbinio colorato fatto di disegni, colori, parole e molto cuore.
In una società in cui si parla sempre di più di agricoltura organica, di rispetto per il nostro pianeta, di sostenibilità, oggi vogliamo parlarvi di un progetto che ha fatto di queste tematiche una vera e propria missione. Si tratta del progetto di André Maciel.
Originario di Setubal, André mostra da sempre una grande sensibilità verso la natura. Dopo aver studiato “Design do equipamento” (Progettazione di attrezzature) a Setubal, comincia a dedicarsi alla realizzazione di progetti con materiali di recupero.
In questo suo progetto e passione la sua famiglia sarà sempre presente, in particolare suo fratello e il suo migliore amico che lo appoggeranno in questa avventura sin da subito.
Ed é cosi che nel 2013 nasce il suo primo progetto Purisimpl.
André crede fermamente che sia possibile essere auto-sostenibili, creare un piccolo ecosistema e produrre noi stessi il nostro cibo.
Dietro l’idea di questo progetto c’é una storia personale molto forte, il nome stesso la nasconde. Purisimpl: puri da purifição, che non solo significa purificazione, ma che era anche il nome della madre di André scomparsa prematuramente in seguito ad un tumore quando André aveva solo 13 anni. Ricorda che nell’ultimo periodo c’era stato un miglioramento proprio in seguito al fatto che sua madre aveva cominciato a seguire un’alimentazione biologica e salutare. Per André era stato un segnale; comincia a pensare a come questa ed altre malattie siano strettamente legate all’alimentazione.
I prodotti biologici esistono da tempo ma spesso sono troppo cari per la maggior parte della popolazione. E allora l’idea di André é “Perché non fare in modo di produrci da soli i cibi di cui abbiamo bisogno?”
É proprio per seguire questa sua passione che nel 2015 André parte per Coimbra dove studia Agricoltura Biologica e, dopo un periodo di pausa in cui si dedica ad altre cose, riprende il suo progetto.
L’idea di base é quella di riuscire a creare cibo organico per tutti e alla portata di tutti, contando su la partecipazione di ognuno nella produzione dei nostri alimenti, usando l’energia della terra, creando un vero piccolo ecosistema all’interno della città. Quello che si definisce Permacultura.
Oggi si parla tanto di salvare il nostro pianeta, rispettarlo e cercare il modo di prendercene cura. André comincia molto giovane a portare avanti quest’idea, all’inizio anche preso poco sul serio da chi lo riteneva un giovane ragazzino che correva dietro ad un’utopia.
Nonostante oggi questo sia il suo lavoro, per André era ed é una vera missione quella di “educare” le persone ad un tipo di vita e di rapporto con la terra completamente diverso.
André si definisce un attivista in qualche modo, e questo suo progetto é un vero e proprio movimento in cui crede fermamente.
Perché funzioni, perché questo nuovo modo di vivere giunga a più persone possibili, é necessario prima di tutto che ogni cosa sia semplice (da cui la seconda parte del nome Purisimpl) quasi un ritorno alla semplicità iniziale. Dobbiamo tornare a capire le cose semplici, mettere le mani nella terra, tornare a sentire questo legame con la terra stessa.
Tre pilastri quelli su cui si regge questo progetto: Crederci, Agire, Evolvere.
E la vita di André e la crescita del suo progetto si base proprio su questo. Crederci fino in fondo, anche quando nessuno ci credeva, anche quando la sua idea sembrava un’utopia, una vaga illusione; agire mettendo in pratica concretamente quello in cui crede e mostrando agli altri, attraverso il suo esempio concreto, che tutto questo é possibile; Evolvere, continuare a crescere su questo cammino.
La vita di André si incrocia con quella di Lisbona nel 2017 e tre anni dopo, nel 2020, nasce un nuovo progetto, un nuovo seme dalla pianta madre che continua ad essere il Purisimpl.
André si dedica agli orti urbani di Lisbona con l’idea di incentivare e motivare le persone a creare il proprio orto in casa.
Ed é cosi che nasce il progetto Hortas LX. André ha anche creato una pagina Facebook e Instagram con lo scopo di dare alcuni consigli alle persone che cominciano ad avvicinarsi a questa nuova realtà.
Una grande spinta a questo progetto viene data proprio dal periodo di crisi in cui viviamo. Quest’epoca di pandemia ha risvegliato in molte persone la voglia di riprendere in mano il nostro pianeta, di fare qualcosa di concreto, e anche di imparare a produrre da soli quello di cui più si ha bisogno.
Il motto del progetto Hortas LX é “ prendersi cura di ciò che si prenderà cura di noi, che é la nostra alimentazione”.
Ma quello che più colpisce di questo progetto é il fatto che intorno alla creazione dell’orto si crei una vera piccola società, dove non necessariamente tutti devono essere capaci di piantare il proprio orto, perché magari ci sarà chi lo pianterà per lui. Quello che davvero importa é che tutti lavorino insieme per un comune progetto. Un’ idea di aiuto mutuo per dare origine ad una società migliore.
Oggi Hortas LX é un progetto importante, con servizi di consulta, workshop.
Esiste anche una scuola, che si appoggia per la realizzazione delle sue lezioni, nel club sportivo di Campolide, e che é stata creata da Fundoambiente, la “Escola a compostar (scuola di compostaggio) che conta oggi 500 iscrizioni e che propone corsi dal vivo ma anche online.
Sono anche piantati orti all’interno delle aziende e André si occupa proprio della creazione e gestione dei team che si occuperanno di questi spazi. Inizia col piantare l’orto in uno spazio comune dell’azienda e poi, un incontro mensile per approfondire ogni volta un tema diverso e allo stesso tempo aiutare nella gestione dello spazio, che in un ambiente in cui spesso la fredda routine la fa da padrone, diventa una piccola oasi da curare, dove si lavora insieme, dove si collabora alla realizzazione di un progetto comune, Un modo alternativo per creare quel lavoro di gruppo, il team, che nelle aziende é tanto importante.
André ci accoglie nell” Underground Village” dove oggi c’é il suo ufficio, in un ambiente di cooworking. Un luogo, ma anche una sfida: in uno spazio fatto di pietra ed antichi pulman, oggi i container in cui sorgono gli uffici, la sfida é trasformarlo in un ambiente verde, attraverso i suoi orti.
André è anche un coltivatore di Noocity, creatori dei vasi intelligenti che circondano gli autobus dove André ha costruito alcuni giardini dove tutto ciò che viene prodotto viene utilizzato nella cucina del ristorante del village.
E gli orti che vediamo nel village sono davvero straordinari: piante aromatiche, fiori commestibili, verdure e frutta di vari tipi. Un mondo davvero incredibile. E di fronte a due italiani André non resiste e ci prepara il bouquet più profumato che possa esistere: quello di basilico.
Oggi la più grande soddisfazione di André é quella di aver convinto chi lo accusava di essere un sognatore, di aver dimostrato che quello per cui lottava poteva diventare realtà, e che é diventato una realtà concreta. E ancora di più vedere tante di quelle persone oggi interessate in quello che André fa con i suoi progetti.
In fondo questo progetto é l’immagine di André, che ha lavorato dando il suo esempio, mostrando che era possibile fare quello di cui parlava. E oggi c’é un pò di lui in tutti i progetti che ha realizzato.
Esistono orti cittadini a Porto, a Setubal, oltre che a Lisbona. Nuovi orti sono stati piantati nelle scuole, nelle aziende e anche nelle case delle persone.
Ma quello che ad André continua a dare più gioia e soddisfazione é quando si ritrova con le sue piante, con le mani nella terra e a contatto con la natura.
Quello che André cerca di fare attraverso i suoi vari progetti e il suo lavoro é soprattutto passare il messaggio, un messaggio concreto che dice che possiamo davvero occuparci del nostro pianeta e del nostro futuro, ma possiamo farlo concretamente, attraverso un ritorno alla semplicità, alla terra, alle nostre mani nel terreno. Per prenderci davvero cura, come dice André, di quello che si prenderà cura di noi.