Alfredo e Margarida: un’antica taverna in questa Lisbona moderna 

By : Settembre 27th, 2021 #umdiadecadavez 0 Comments

A Lisbona, nella piazza che tutti conoscono come Rossio, nel cuore della città, esiste una taverna, che conserva la memoria del tempo che fu, quando questa piazza pullulava di caffè e taverne, luogo di incontro prediletto dei portoghesi.

Si tratta della Tendinha, che dal 1840 continua a rappresentare uno dei punti di riferimento di lisboeti e non, che desiderano fare una pausa e mangiare qualcosa bevendo una birra fredda o un bicchiere di vino. 

E quando si dice Tendinha, si dice Alfredo.

La sua immagine e quella della Tendinha sono ormai unite a doppio filo.

Alfredo, alfacinha doc (modo simpatico per dire Lisboeta autentico), lavora in questo posto da più di vent’anni. Ha visto il tempo passare, luoghi e gusti cambiare, tanti clienti, ognuno con la sua storia, ed é  presente in questo posto, che conosce come le sue tasche, dal 1998. 

Sono sicura che chiunque sia stato a Lisbona, sia passato per la Tendinha almeno una volta. E sicuramente si ricorderà di Alfredo. 

Molte ore della sua giornata sono dedicate al lavoro e senza dubbio questo può essere stancante, anche se Alfredo trova sempre il modo di dare spazio ai suoi interessi, come visitare luoghi nuovi, oltre alla fotografia e al ballo, passione scoperta 20 anni fa. Una personalità sicuramente versatile la sua, ed una simpatia che lo rendono un vero punto di riferimento in questo luogo. Alfredo ci racconta che uno scrittore ha citato anche la Tendinha in un suo libro e, ovviamente, non ha dimenticato di parlare anche di lui. 

E se si vuole conoscere la storia della Tendinha, non c’é persona più indicata.


Alfredo ci racconta che la Tendinha ha avuto solo tre proprietari nella sua lunga storia: la prima famiglia era di Viseu ed é rimasta proprietaria del posto fino al 1974, tramandando questo luogo di padre in figlio, poi l’ultimo erede, dedicatosi ad altri campi, decise di vendere la taverna. E 12 anni fa l’attuale proprietario l’ha acquistata diventando il terzo proprietario officiale. 

Ma la Tendinha, a dispetto degli anni che passano, non é cambiata molto. L’unica grande modifica aveva avuto luogo nel 1974 e poi é rimasta quasi completamente uguale. 

 

 

Nel suo aspetto originario aveva un piano superiore dove si produceva la ginjinha (tradizionale liquore di visciole) che poi era venduta nel piano inferiore dove esisteva, e ancora esiste, la taverna. 

La Tendinha non é mai stata una taverna dove si veniva solo per bere, ma ha sempre venduto anche panini e “salgados” (tradizionali crocchette a base di baccalà o carne o gamberi, ecc). 

Quando la Tendinha é stata fondata era il 1840, anche se recentemente un articolo di giornale riporta la sua apertura addirittura al 1818. Lisbona era molto diversa da come appare oggi, le frontiere della città erano poco lontane da Rossio e, dove oggi sorge l’elegante Avenida da Liberdade, erano orti.
   


La gente non mangiava in casa, tra l’altro in molte case la cucina non c’era neppure visto che il carbone in case di legno sarebbe stato causa immediata di incendio. Per molto tempo il mangiare in taverne o le cosiddette “case da pasto” era abitudine comune e questo spiega anche il basso costo, nelle antiche taverne, ancora oggi. Mangiare fuori non era un lusso, era un’esigenza.  E nel passato, ci racconta Alfredo, si veniva anche qui a riscaldare o far cucinare il proprio cibo e in cambio si comprava qui il vino. 

Col tempo anche i gusti delle persone sono cambiati e certe “ricette” già non esistono più. Alfredo ci racconta per esempio, che fino a qualche anno fa, si comprava nella Tendinha il panino con crocchetta di baccalà e marmelada (gelatina di mela cotogna), o si univano nello stesso panino prosciutto crudo e crocchette di carne o di baccalà. Oggi l’offerta é più moderna e più adatta al gusto attuale. 

Ma il menu non é stato l’unico cambiamento importante della Tendinha. Dieci anni fa, in una taverna gestita da un uomo e frequentata da uomini, é arrivata lei: Margarida.



Ci sembra strano pensare che solo dieci anni fa una donna potesse avere difficoltà ad essere accolta, ma la Tendinha é sempre stata un luogo fuori dal tempo ed era sempre rimasto un luogo molto conservatore, dove clienti fissi venivano a bere qualcosa e, sorseggiando un bicchiere di vino, conversavano con Alfredo, da uomo a uomo. 

Quando Margarida ha cominciato a lavorare nella taverna, ci racconta, a volte le dicevano che aspettavano che Alfredo si liberasse per chiedere a lui direttamente. 

Margarida ha dovuto far fronte a non poche difficoltà per integrarsi in questo ambiente, ma il carattere non le manca e cosi oggi non c’é Tendinha senza Alfredo, ma neppure senza Margarida.


Ci mette un pò a lasciarsi andare al racconto ma quando lo fa, apre una scatola di ricordi davvero irresistibile. Ed ecco che scopriamo che molti clienti, assistendo ai battibecchi irresistibili tra i due, pensano spesso che siano sposati e Margarida ci confessa, che quando aveva iniziato a lavorare li, per difendersi da corteggiatori non graditi o per affermare la sua presenza nella taverna, lei e Alfredo si fingevano sposati. 

Oggi una vecchia coppia lo sembrano davvero: si prendono in giro, si provocano, si punzecchiano a vicenda. E creano cosi facendo un ambiente di lavoro davvero unico, fatto di enorme lavoro, ma anche di tante risate. 

 

Tra gli episodi che ci racconta, ci dice anche che all’inizio della sua presenza li nella taverna, molti clienti, abituati a fare qualche chiacchiera “da bar” e commenti poco adatti alla presenza di una signora, per esempio sull’antico cinematografo di Rossio li al lato, oggi dedicato a peepshows, iniziarono a inventare un codice parlando di aerei e boing per non essere capiti da Margarida, almeno cosi credevano loro. A volte lei andava in cucina per far si che si sentissero più a loro agio.

Ma ci sono anche ricordi poetici, come il signor Cesar che scriveva poesie sui tovaglioli che Margarida conserva ancora in una scatola. Una volta, si era riunito un gruppo di poeti angolani all’interno della taverna e avevano passato la serata senza consumare nulla, ma recitando poesie per ore e ore, e creando un momento che Margarida ricorda come davvero magico.


Ovviamente c’é anche qualcuno che alza il gomito o che arriva li per bere dopo aver visitato un bar di troppo e allora Alfredo ha il suo modo per evitare di servirgli ancora da bere: “Ha la tessera socio? No? E allora non posso servirla”

La Tendinha é un posto unico nel suo genere e tutto fa si che l’antica atmosfera sia conservata: il luogo, il menu, e addirittura i bicchieri che il nuovo proprietario custodisce gelosamente perché fanno parte della storia di questo luogo. 

É ovvio che col tempo la clientela della Tendinha é cambiata. Prima entrava un turista alla settimana e adesso sono più turisti che locali. Prima si andava alla Tendinha perché era un punto di riferimento, oggi ci si ferma perché nel cuore di Lisbona é ancora un ristorante economico. 

Ma indipendentemente dalla ragione per cui ci si ferma, si resta sicuramente affascinati dal posto e soprattutto dall’atmosfera che si respira. 

La Tendinha é un luogo pieno di storia.

Uno dei pochi luoghi che può vantarsi di avere un fado che gli é stato dedicato (Velha Tendinha).

https://youtu.be/9s8GXFdISZE

Ed é proprio il verso di questo celebre fado che oggi é in bella mostra sull’ingresso della taverna e sui grembiuli di chi ci lavora: “Velha Taberna nesta Lisboa moderna” (antica taverna in questa Lisbona moderna).

Alfredo e Margarida continuano a rendere questo posto unico, allegro, affrontando il duro lavoro con un sorriso e una battuta, che non può evitare di travolgere anche chi si trova presente.

Ed entrambi amano il contatto con la gente e il fatto che lavorare in questo posto gli permette di entrare in contatto con persone diverse e culture diverse ogni giorno. 

Chi passa dalla Tendinha lascia una dedica, un pensiero nel quaderno di Alfredo che ormai di quaderni ne ha più di uno, testimonianza del passaggio di chi, anche se solo per qualche ora, ha fatto parte della storia di questo luogo.

In fondo, dice Margarida, il fascino di questo posto é proprio entrarci da soli ed uscirci conversando con qualcuno, perché come accadeva nelle vecchie taverne di una volta, tra un panino e un bicchiere di vino, ci si ritrova a chiacchierare con perfetti sconosciuti che, alla fine del bicchiere, sconosciuti non lo sono più.

 


E quando qualcuno prova a interferire con questa tradizione domandando “Tem net?” (Avete internet?), gli viene risposto “Não, hà conversa” (No, abbiamo conversazione). 

Perché la Tendinha non é solo una taverna, ma un luogo di incontri, di storie e di molte risate. 

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