La storia che vi raccontiamo oggi é quella di Will, un grande musicista, una persona straordinaria, che da anni, “um dia de cada vez” é entrato nella vita mia e di Alex.
Alex tornando dal lavoro ed io passeggiando per le strade di Lisbona con i miei turisti, siamo stati sorpresi ed incantati tante volte dalla musica unica di Will.
Willfredo, per essere precisi. “Ma per tutti sono Will”, mi dice appena iniziamo a parlare.
Will é svizzero, ma conosce Lisbona da circa 40 anni. Due matrimoni alle spalle, con due donne portoghesi, due figli, una ragazza di 26 anni e un ragazzo di 28, entrambi all’estero, e una compagna di Dakar che da qualche tempo é stata rimpatriata lasciandolo qui “sospeso” come lui stesso dice.
La vita di Will é una vita straordinaria, difficile ma coraggiosa. Ed oggi sta a noi cercare di raccontarvela.
Will é laureato in antropologia, é stato un accademico, traduttore, ha insegnato tedesco, francese e inglese a futuri interpreti all’ISLA (Istituto di Lingue e Amministrazione di Lisbona, n.d.r.) per più di 10 anni, ma Will é soprattutto un musicista, un concertista di chitarra classica.
Will, é Willfredo Mergner, o Fredo Mergner come meglio é conosciuto. Chitarrista della celebre banda “Resistência” degli anni ’90.
Per chi non avesse avuto la possibilità di ascoltarlo, vi invito a farlo, per esempio in “A sombra da figueira”
Un chitarrista di successo, un artista sensibile, un musicista di grande valore, capace di spaziare dal Fado, al Jazz, alla musica classica.
Ma oggi é Will, che mi accoglie dicendomi “Non parlo italiano, ma posso parlare con questa” e inizia a suonarmi “O sole mio” lasciandomi senza parole. “É il sole di Lisbona. É un fado” dice.
Intorno a lui c’é confusione, la gente chiacchiera, ride, beve. E ascolta distratta, senza capire la fortuna che ha in quel momento.
Siamo nel Largo do Carmo, a Lisbona. Si sta facendo sera. Al chiosco in piazza ci sono tante persone sedute a bere qualcosa.
E in mezzo a loro, seduto su uno sgabello improvvisato, abbracciato alla sua chitarra, c’é lui: Will.
Da qualche anno Will suona per strada. Prima lo si trovava spesso nel suo palco preferito, il belvedere del Largo Das Portas do Sol, poi sulle scale della Calçada do Duque e adesso nel Largo do Carmo.
Will ha sempre avuto il suo pubblico, ci dice. Le piazze erano diventate le sue sale da concerto. E c’erano sempre quelli che si fermavano ad ascoltarlo.
E nel frattempo ha continuato a comporre musica: fado, jazz, sonate.
Non interessa sapere perché Will abbia iniziato a suonare per strada, non é questa la parte di storia che vogliamo raccontare.
Ma il suo amore, quello per la sua chitarra.
Gli chiedo quando abbia iniziato a suonare e mi spiega che per suonare la chitarra bisogna essere più adulti, per l’evoluzione delle mani, intorno ai 14 anni. Ma che lui ha praticamente sempre suonato. La musica lo accompagna da tutta la vita.
E quando gli chiedo se suoni altri strumenti, mi dice “No! Nessuno che ami uno strumento con tutto il cuore può suonarne un altro con la stessa intensità”.
Perché per Will é cosi. La chitarra é la sua donna, il suo amore, la sua compagna di vita.
É solo su di lei che le sue mani possono scivolare, é solo dalla sua cassa che può uscire l’armonia giusta per raccontare la sua anima.
Suonare un altro strumento sarebbe come tradirla. E Will non può, perché la ama troppo.
E questo amore lo vediamo, lo sentiamo. Will la sua chitarra non la lascia mai, la tiene tra le braccia, come un amante la donna amata.
E mentre la abbraccia il suo sguardo si perde.
La chitarra che oggi Will suona non é quella che usava nei suoi concerti anni fa, quella gli é stata rubata. Questa gli é stata donata qualche tempo fa. Ma Will la ama allo stesso modo.
Non può farne a meno, perché suonare é la sua vita, il suo modo di esprimersi. É attraverso la musica che Will si racconta.
Meglio di come non riesca a fare con le parole. Perché nella musica c’é la sua anima.
La pandemia ha sicuramente reso la sua vita più complicata, aggiunto altre privazioni. Ed oggi più di ieri suonare lo aiuta a sopravvivere.
Ma Will é costretto a farlo in un luogo più affollato, perché la pandemia ha sicuramente limitato il pubblico usuale che da sempre lo seguiva.
E questo proprio non gli va.
Dice che si sente stanco, perché suonare cosi non gli permette di abbandonarsi alla musica. Potrebbe strimpellare qualcosa di moderno e rumoroso e guadagnare qualcosa di più e con meno fatica, mi dice. Ma non vuole.
La musica di qualità prima di tutto. La buona musica va rispettata. Ed é la musica di qualità quella che Will vuole suonare.
Will vuole abbandonarsi alla musica, lasciare la sua anima esprimersi tra le note che vibrando escono dalla sua chitarra. “E questo stanca, sfinisce”, dice. Perché cosi ti doni senza filtri, senza limiti, senza sconti. Ti doni, e lo fai completamente. E suonare cosi é da pochi. E da pochi é anche ascoltare nel rispettoso silenzio.
Ed é questo silenzio che manca tra i rumori dei bicchieri e delle risate di persone distratte. E questo per Will é il dolore più grande. Più di tutte le difficoltà che la vita gli ha messo e ancora gli mette davanti, lui soffre del rumore, del fatto di non poter suonare in silenzio, di non potersi donare completamente come vorrebbe.
Ma Will non si arrende, già pensa a nuovi progetti. Ha già un’opera pronta, un concerto per chitarra cui lavora da un po’ e che spera di veder pubblicato.
Will ci lavora con un collega chitarrista e la pandemia ha sospeso i loro incontri. Ma é già pronto a ricominciare, perché ha ancora molto da raccontarci.
E le difficoltà non hanno spento per nulla la fiamma della sua creatività.
Ci allontaniamo un po’ dalla confusione. Andiamo a sederci sulle scale della chiesa del Carmo. E allora Will suona per noi, solo per noi, in silenzio come piace a lui.
In un attimo gli occhi si chiudono, le mani cominciano a scivolare sulla sua chitarra, e la musica di “Canção do mar” comincia a diffondersi in questa calda sera d’estate.
Will suona abbracciato alla sua chitarra, la stringe forte mentre gli accordi si succedono veloci. Gli occhi sono chiusi, la sua mente é altrove, é con la sua musica, tra quelle note che hanno tutta una vita da raccontare.
Bellissime descrizioni che arrivano nell’anima e diventano realtà anche per chi le legge soltanto. Emozioni pure!
Grazie Rita per queste bellissime parole. Siamo felici che questa storia abbia emozionato anche te