Zè dos Cornos: uma casa portuguesa com certeza

By : Agosto 16th, 2021 #umdiadecadavez 0 Comments

Un fado molto famoso recita: “una casa Portuguesa com certeza” (una casa portoghese, senza dubbio) e quando si entra da Zé dos Cornos si può pensare che questa frase sia stata pensata per loro.


Mettiamo una famiglia, aggiungiamo i piatti della tradizione portoghese, uniamoci una bella manciata di allegria, un pizzico di ironia, condiamo con l’accoglienza tipica della bella regione del Minho, ed ecco servito Zé dos Cornos, luogo di tradizione da quattro generazioni.

Per cercare di ricostruire la lunga storia di questa famiglia e del luogo, chiediamo aiuto a Marco. João Marco Ferreira per essere precisi. Ma per non confonderlo con suo padre, João Ferreira, per tutti é Marco, il più giovane di questa famiglia. 

Marco, attraverso i ricordi legati anche alle conversazioni con la nonna, ci aiuta a ripercorrere la storia della famiglia Ferreira e di Zé dos cornos. Ma suo padre João non resiste, e di tanto in tanto lascia il bancone per unirsi al racconto di Marco e raccontare anche qualche suo dettaglio e ricordo, dando origine ad uno straordinario duetto padre-figlio che ci introduce subito nell’atmosfera di questo posto, un luogo in cui si respira aria di famiglia.

Ma cerchiamo di andare con ordine e, con un salto indietro nel tempo, cerchiamo di ripercorrere questa storia.
      

 


Originariamente questo posto non era un ristorante ma una carvoeria, cioé una carbonaia, un posto che vendeva carbone, olio, e tutto ciò che poteva essere usato per illuminare e riscaldare le case. All’epoca l’elettricità in città non c’era. Questo era un lavoro che a Lisbona normalmente facevano i galiziani, che, data la vicinanza geografica, lavoravano spesso in Portogallo. E questo posto apparteneva a Celia Cabo, ed era gestito da due sorelle galiziane. 

Domingos João Ferreira, nonno di João e bisnonno di Marco, originario di Ponte de Lima nella bellissima regione del Minho, dopo il servizio militare decide di comprare questo posto e continuare dunque con la tradizione del carbone. 

Il negozio serviva tutta la zona della Mouraria e non solo. 

Come in una perfetta saga familiare, il negozio di famiglia passa al figlio José, per tutti Zé, che arriva qui a soli 13 anni e che, in seguito, comincia a gestirlo insieme a sua moglie Maria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco la prima evoluzione del posto: insieme alla carbonaia, Maria comincia a preparare in un piccolo spazio accanto, qualche piatto. Cose semplici, come si potevano trovare in questo tipo di posti. La famiglia viveva e lavorava qui. 

La cucina, mi spiega Marco, si situava dove oggi c’é il piccolo bagno e, dove attualmente c’é la cucina, esisteva una sala con una grande tavola, e dietro questa sala, la casa della famiglia con un piccolo cortile. Una tipica casa portoghese. 

Ed ecco che João interviene per raccontarci che da ragazzino doveva praticamente passare dall’ingresso del negozio per poi accedere alla casa. 

La Carbonaia di Zé si trasforma, grazie ai piatti di Maria, nella Casa de pasto (una taverna) di Zé Ferreira. Ma la gente continuava a collegare Zé al suo lavoro di carbonaio, ed é ecco che per tutti diventa Zé Carvoeiro – Zé Carbonaio.
     

 

 


Ma come siamo arrivati allora al nome di Zé dos cornos? Chiedo a Marco.

 

E lui mi spiega che in realtà tutto comincia nel giorno in cui Zé, il cui ritratto troneggia nell’ingresso del ristorante, si presenta a casa con una coppia di corna, di quelle da appendere alle pareti come trofeo di caccia e che ancora oggi troneggiano sulla testa del suo ritratto. Da li, la gente cominciò a chiamarlo Zé dos cornos. Marco ci mostra anche un adesivo, tra i primi realizzati per il locale, dove in effetti si vede Zé con queste corna animali. 

E allora scherzo con Marco, perché io conoscevo una versione diversa, cioè che questo soprannome veniva dalla fama di Don Giovanni che accompagnava suo nonno. E Marco e João scoppiano in una fragorosa risata. E mi dicono che il nome non viene da li, ma che questa non é esattamente una leggenda metropolitana perché un Don Giovanni il signor Zé lo era davvero. 

João mi racconta che quando c’era una donna al ristorante, non si liberava cosi facilmente della compagnia di suo padre. E dice che é stato cosi sempre, fino alla fine. Purtroppo il signor Zé non può essere qui per smentire visto che ci ha lasciato nel 2013 dopo una malattia al fegato fulminante.

Ed oggi a tenere le redini del ristorante ci sono João e sua moglie Carmelinda, per tutti Minda. Altra generazione, la terza, altra storia.
   

 


Il locale nel frattempo non é cambiato moltissimo, anche perché il signor Zé, ci dice João, non amava le grandi trasformazioni, era molto conservatore, e convincerlo a modernizzare il posto non era semplice. Il bancone d’acciaio del ristorante é li per esempio da almeno 40 anni ed é stato già 32 anni fa che questa taverna ha assunto l’aspetto attuale, fatto salvo per qualche piccola rinnovazione. 

La grande innovazione di questo posto é stata la grande brace che gli é stata donata e che ha permetto alla taverna di preparare le sue specialità: i piatti grigliati, carne e pesce cotti alla brace. Una vera delizia! 

In cucina ci sono altri membri della famiglia, in particolare la sorella di Minda, Maria. Ed é stato proprio grazie a Maria, anche se in modo indiretto, che Minda e João si sono conosciuti.

E allora Marco ci spiega che sua madre Minda lavorava a Braga ed era arrivata a Lisbona per aiutare sua sorella Maria dopo il parto. 

Maria abitava poco lontano dal ristorante e Minda passava quindi davanti alla porta della taverna. E quando João ha visto Minda… “Non mi ha più mollato!” Interviene Minda. “Certo non lo stavo aspettando, io avevo un altro fidanzato a Braga!” continua, tra le risate generali.

Minda é cosi, l’anima di questo luogo, una donna di grande spirito e simpatia. 

E cosi alla fine Minda e João si sono sposati, 28 anni fa. E adesso vivono insieme, lavorano insieme… “Non ne posso più” dice lei ridendo. Ma il loro é davvero un bellissimo legame. 

Anche Maria ci dice la sua, aggiungendo che rimanere sempre tutti insieme in famiglia non sempre é facile, a volte sul lavoro ci possono essere delle piccole tensioni, ma poi l’affetto vince sempre su tutto e si dimentica e si sistema sempre tutto molto in fretta. 

E da qualche anno nella taverna lavora anche Marco, figlio di Minda e João, la quarta generazione di questa straordinaria famiglia. 

Marco racconta che aveva iniziato a lavorare in un altro campo, ma che finito il suo corso di studi alla fine aveva deciso di unirsi alla famiglia.

Come ci dice, é un lavoro duro, a causa degli orari soprattutto, ma é il loro posto, la loro famiglia e quello che sanno fare meglio.

 

Questa taverna mantiene intatto lo spirito delle tipiche “tascas” portoghesi, con grandi tavolate e sgabelli di legno. E la tradizione di questo luogo é sempre stata quella di unire perfetti sconosciuti alla stessa tavola, un modo davvero impeccabile di ritrovarsi a pranzare in compagnia e fare nuove conoscenze.

 

Marco ci racconta che quando, per esempio, arrivavano persone della stessa nazionalità, le univa allo stesso tavolo per farle sentire più a loro agio. E ha, in questo modo, anche acceso la scintilla tra qualche persona. Ci dice, per esempio, che anni fa aveva fatto sedere allo stesso tavolo un italiano e una brasiliana che avevano finito per chiacchierare a lungo e la loro conoscenza era continuata molto oltre quel pranzo da Zé dos cornos. Alla fine si erano sposati e avrebbero addirittura voluto organizzare il pranzo di nozze li nella taverna, dove era nato il loro amore.

Tante sarebbero le storie da raccontare, ci dice Marco. Zé dos cornos resta un posto autentico nonostante la grande pubblicità che ha ricevuto in questi anni e che ha attirato molti turisti. Una pubblicità non cercata, ci dice Marco, ma capitata, con vecchi clienti che hanno consigliato il posto ad altri, giornalisti che si sono presentati alla porta della tasca, addirittura hanno parlato di loro alla TV olandese. E molti personaggi famosi sono passati e ancora passano di li. “Ma per noi, famoso o no, non fa differenza” dice Marco, perché chiunque arriva li viene accolto allo stesso modo.

Un posto sicuramente fuori dal comune, dove si incrociano turisti di passaggio e clienti abituali da molti anni, dove l’accoglienza regna sovrana e dove potete ancora gustare una tazza di vinho verde tinto. Una specialità del Minho che é rarissimo trovare fuori da quella regione, perché prodotto solo per clienti locali. Ma da brava famiglia del Minho, i Ferreira da Zé dos cornos ce l’hanno.

 


Una ragione in più per visitare questo posto e lasciarsi immergere in un’atmosfera familiare, divertente, rilassata mentre si degusta un piatto di carne o baccalà alla brace, sorseggiano un bicchiere di vino, “verde tinto” naturalmente. 

Zé dos cornos si trova in Beco dos Surradores 5. 

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