By : Aprile 29th, 2021 Luoghi e Monumenti 0 Comments

Monumento commemorativo della battaglia di Aljubarrota e del pantheon reale, la cui costruzione iniziò alla fine del XIV secolo con il patrocinio di D. João I, il monastero domenicano di Batalha è l’edificio più significativo del gotico portoghese. I suoi vasti annessi oggi sono un ottimo esempio dell’evoluzione dell’architettura medievale fino all’inizio del XVI secolo, dall’esperienza inedita del tardo gotico alla profusione decorativa del manuelino.
Il Monastero di Santa Maria da Vitória, chiamato anche Monastero di Batalha, è senza dubbio una delle opere più belle dell’architettura portoghese ed europea.
Questo eccezionale complesso architettonico è il risultato dell’adempimento di una promessa fatta dal re D. João I, in segno di gratitudine per la vittoria ad Aljubarrota, una battaglia combattuta il 14 agosto 1385, che assicurò il trono e garantì l’indipendenza del Portogallo.
Dom João I è sepolto lì, nella Cappella del Fondatore, accanto a sua moglie, D. Filipa e ai loro figli.
I lavori sono durati per più di 150 anni, attraverso diverse fasi di costruzione. Questa durata giustifica l’esistenza, nelle sue proposte artistiche, di soluzioni gotiche manueline (predominanti) e di una breve nota rinascimentale. Diverse aggiunte furono introdotte nel progetto iniziale, risultando in un vasto complesso monastico che attualmente comprende una chiesa, due chiostri con annessi e due pantheon reali, la Cappella del Fondatore e le Cappelle Imperfette.
L’abissale Sala Capitolare rivela un’immensa volta, senza alcun supporto centrale. Il progetto è considerato uno dei più audaci dell’architettura gotica europea.
La storia racconta che l’architetto Afonso Domingues, già cieco, subito dopo aver realizzato questa volta, sarebbe rimasto lì tre giorni e tre notti per vedere se resisteva, per assistere alla sua opera più grande o morire con essa.
Create da D Duarte sono le Cappelle Imperfette che, nonostante il nome, sono assolutamente maestose. Solo che non furono mai finite e rimasero tali, incomplete ma spettacolari.
Monumento nazionale, il monastero fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale definita dall’UNESCO, dal 1983.

By : Aprile 25th, 2021 Gastronomia 0 Comments

Se chiedi a un portoghese cos’è un tipico cibo da strada in Portogallo, ti risponderà: una bifana. Ora la domanda è “Che cos’è?”
In Portogallo, troverai molti panini il cui ruolo è quello di fornire un pasto veloce, a volte con solo una ciotola di zuppa per completare. So che per molte persone un panino sarebbe sufficiente, ma a noi piace avere pasti più abbondanti.
Saprai che uno dei principali panini del paese, mangiato da nord a sud, è la bifana. In poche parole, è un panino con la bistecca. Una bistecca di maiale, per essere più specifica, condita con aglio e spezie, poi messa dentro un panino.
Sembra abbastanza semplice, non è vero?
Tuttavia, ovunque ne proverai uno avrà un sapore diverso.
E questo è il bello! Com’è possibile che un pezzo di bistecca possa adattarsi così perfettamente a un panino e presentarti un mix di sapori che farà girare le tue papille gustative ?!
Nel nord del paese, di solito è fatto con piccoli pezzi di bistecca che sono stati speziati e conditi in una pentola grande, e di solito è un po ‘piccante. Il pane è un semplice  pane bianco, che finisce per essere inumidito con la salsa della bistecca. Man mano che vai più a sud, però, la bistecca non viene più tagliata e viene invece battuta con un batticarne, è per lo più all’aglio e per nulla piccante – invece, ti suggeriscono di mangiarla semplice o con senape. Inoltre, il pane è leggermente tostato. E, purtroppo, c’è anche meno salsa.
Ma qual è l’originale?
Si dice che l’originale provenga dalla città di Vendas Novas in Alentejo, nel sud del paese.
Comunque è così tipico in Portogallo che anche Mac Donald ha dovuto introdurre un Mac Bifana nel suo menu.
Ma come si fa una Bifana?
Ingredienti
4 panini da sandwich (papo seco portoghese)
1 kg di cotolette di maiale, tagliate a fettine sottili
5 spicchi d’aglio, tritati

60 gr lardo
½ bicchiere di vino bianco
3 foglie di alloro
Succo di limone
1 cucchiaino di paprika
sale
Pepe, appena macinato

Istruzioni
In un contenitore mettete uno strato di cotolette e condite con sale, pepe, alloro, paprika, succo di limone e aglio.
Se necessario, fare più strati con tutte le cotolette, condendole allo stesso modo ad ogni strato.
Infine versate il vino bianco sulle cotolette e lasciate marinare per 3 ore in frigorifero.
In una padella larga fate sentire lo strutto a fuoco medio.
Scolare le cotolette e mettere da parte la marinata. Friggerle nello strutto a fuoco vivace, rigirandole continuamente.
Una volta che le cotolette sono fritte, aggiungere la marinata riservata e cuocere a fuoco medio fino a quando il liquido sarà evaporato della metà.
Tosta le pagnotte.
Riempi ogni panino con le cotolette e condisci con la salsa rimanente.

By : Aprile 22nd, 2021 Luoghi e Monumenti 0 Comments

Nel 1983, l’UNESCO ha dichiarato monumento “Patrimonio dell’Umanità” un inestimabile gioiello della storia d’Occidente: il Castello Templare e il Convento dos Cavaleiros de Cristo di Tomar. Questo vasto complesso monumentale, edificato su un antico luogo di culto romano, ci racconta sette secoli di storia del Portogallo e i momenti più salienti della storia d’Occidente.

Afonso Henriques, il  primo re di Portogallo, donò ai Cavalieri del Tempio di Gerusalemme una vasta regione tra i fiumi Mondego e Tago. Narra la leggenda che, nel 1160, i cavalieri giunti sul posto scelsero un monte per edificarvi un castello e il nome che gli avrebbero dato: Tomar. Nel 1314, l’Ordine del Tempio fu estinto a causa delle persecuzioni del re di Francia, Filippo il Bello. Ma grazie a D. Dinis, nel 1319 le persone, i beni e i privilegi furono completamente integrati in un nuovo ordine – la Milizia dei Cavalieri di Cristo – che insieme all’Infante D. Henrique avrebbe sostenuto la nazione portoghese nella grande impresa delle scoperte marittime del XV e XVI secolo. Il Castello di Tomar divenne quindi Convento e sede dell’Ordine e l’Infante Enrico il Navigatore loro Governatore e Amministratore perpetuo.

Originariamente si trattava di un castello fortificato che serviva a difendere il regno cristiano dall’aggressione dei Mori, che premevano sui confini.

Oggi il Convento de Cristo è una mescolanza di stili gotico, romanico, manuelino e rinascimentale, ma non serve essere esperti di architettura per apprezzare la sua bellezza.

Passeggiare attraverso i suoi otto cortili, uno diverso dall’altro, e ammirare la ricchezza delle sculture e delle decorazioni ti fa sentire dentro una macchina del tempo. 

Una delle parti più straordinarie del Convento di Cristo è la Charola, una chiesa templare a 16 lati, costruita su imitazione della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Si dice che la sua pianta circolare sia dovuta al fatto che i cavalieri potevano partecipare alle funzioni restando in sella al proprio cavallo.

Viste dall’esterno, la chiesa e la casa capitolare sono un tripudio di decorazioni manueline: capitelli, sculture, gargoyle, corde, simboli templari… Un bellissimo esempio è la janela manuelina, una finestra riccamente decorata sul lato occidentale della chiesa, che può essere ammirata al meglio dall’adiacente Claustro de Santa Bárbara.

Tra gli otto cortili del Convento de Cristo, il Claustro Principal o de Dom João III in stile rinascimentale lascia senza parole. Si tratta di un chiostro a due piani, collegati da scale elicoidali sui quattro angoli, con al centro una fontana a forma di croce templare. L’atmosfera è davvero suggestiva, ci si sente trasportati indietro nel tempo.

By : Aprile 18th, 2021 Luoghi e Monumenti 0 Comments

Il Monastero dos Jeronimos é il monumento più famoso e visitato di Lisbona, e non solo é un’eccezionale opera architettonica ma anche un importante simbolo dell’identità e della cultura portoghese. 

Questo capolavoro dello stile manuelino, espressione artistica squisitamente portoghese che mescola elementi tardo-gotici e rinascimentali ed elementi arabeggianti,  venne fondato per volontà del re Don Manuel I nelle vicinanze del luogo in cui Enrico il Navigatore, figura chiave per l’espansione oltremare del Portogallo, aveva costruito una chiesa dedicata a Santa Maria di Belém, Nostra Signora di Betlemme. Quando i naviganti si accingevano a compiere un lungo viaggio, si recavano in questa chiesa per affidarsi alla Madonna. Non fece eccezione neppure Vasco da Gama prima della sua spedizione nelle Indie. Fu allora che il re D Manuel promise, in caso di successo, di costruire su quella chiesa una ancora più grande, decidendo poi di trasformarla nel pantheon della sua famiglia. 

Fu costruito nel 1502 su progetto dell’architetto Diogo Boytac e dedicato a San Geronimo; alla sua realizzazione collaborarono numerosi artisti portoghesi, francesi e spagnoli. L’ordine dei girolamini fu dissolto nel 1833: da allora e fino al 1940 il monastero fu usato come scuola ed orfanotrofio; nel 1907 fu dichiarato monumento nazionale e nel 1983 Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nei suoi cinque secoli di storia il monastero ha attratto poeti, navigatori, re e artisti ed è stato luogo di sepoltura di nobili ed esploratori: oggi è una delle principali attrazioni turistiche di Lisbona.

La Chiesa di Santa Maria, di aspetto gotico custodisce al suo interno i cenotafi di Vasco de Gama e del poeta Luís Vaz de Camões (le cui ossa furono qui trasportate); di notevole pregio anche il coro, con sedili in legno finemente scolpiti. 

Il chiostro è probabilmente l’attrazione più stupefacente del monastero: uno dei più belli d’Europa, è di forma quadrata e misura 55 metri per lato, con due ordini di finestre lungo tutti i lati. È un trionfo di decorazioni manueline, le creature fantastiche della balaustra superiore e i simboli dell’epoca in cui il chiostro fu costruito, come la sfera armillare e la croce dell’Ordine militare. 

Il portale di ingresso, seppur di dimensioni inferiori rispetto al portale sud, è quello più importante: simbolicamente orientato a est, è il punto di accesso alla chiesa, perfettamente in linea con l’altare principale. Progettato da Boitaca, fu realizzato da Nicolau Chanterenne nel 1517. Su entrambi i lati del portone sono poste statue di un monarca nel rispettoso atto della preghiera: Don Manuel I con San Geronimo a sinistra e la regina Maria con San Giovanni Battista sulla destra. Sulla parte superiore è possibile notare tre nicchie con gruppi scultorei raffiguranti l’Annunciazione, la nascita di Cristo e l’adorazione dei Re Magi. Difficile credere che il portone sud sia, tecnicamente parlando, soltanto un ingresso secondario: le sue magnifiche decorazioni ne fanno l’elemento di maggior impatto visivo di tutta la facciata. La figura centrale rappresenta Nostra Signora di Belém con il Bambino,in basso i santi e gli apostoli e in alto domina l’intera composizione una statua dell’Arcangelo Michele.

By : Aprile 15th, 2021 Artigianato, Luoghi e Monumenti 0 Comments

Oggi è la giornata dedicata all’Arte e ho deciso di scrivere un articolo su una delle opere d’arte portoghesi che amo di più.

È l’opera più famosa dell’oreficeria portoghese, per il suo valore artistico e significato storico: la custodia di Belém, esposta al MNAA (Museo Nazionale di Arte Antica) di Lisbona.

Ordinata dal re D. Manuel I per il Monastero di Santa Maria de Belém (meglio conosciuto come Monastero dei Girolamini), la Custodia di Belém è attribuibile all’orafo e drammaturgo Gil Vicente.

Fu realizzato con l’oro del tributo del Régulo de Quilôa (nell’attuale Tanzania), in segno di vassallaggio alla corona del Portogallo, portato da Vasco da Gama al ritorno del suo secondo viaggio in India, nel 1503, è un buon esempio del gusto per i pezzi concepiti come micro-architettura nel gotico finale.

Destinata a custodire ed esporre alla venerazione dei fedeli l’ostia consacrata, presenta, al centro, i dodici apostoli inginocchiati, sospesa sopra una colomba oscillante, in oro bianco smaltato, simbolo dello Spirito Santo, e, nella parte superiore piano, la figura di Dio Padre, che sostiene il globo dell’Universo, materializzando così, in senso ascendente, la rappresentazione della Santissima Trinità.

Le sfere armillari, simbolo del re Manuele I, che definiscono il nodo, quasi a unire due mondi (il terreno, che si estende alla base, e il soprannaturale, che sorge nella struttura superiore), appaiono come la massima consacrazione della regalità potere in questo momento storico di espansione oceanica, confermando lo spirito della compagnia del Re che era per sempre legato all’era dell’espansione marittima portoghese.

Un lavoro che lascia davvero senza parole per la qualità artistica, i materiali e la perfezione della sua realizzazione nei minimi dettagli.

Il MNAA conserva questa e molte opere rappresentative dell’arte portoghese e internazionale; un luogo che gli amanti dell’arte non possono perdere. Ancora meglio se accompagnato da una storica dell’arte innamorata di questo Museo 😉

Allora, cosa ti aspetti a prenotare una visita con me?

By : Aprile 11th, 2021 Luoghi e Monumenti 0 Comments

Le rovine del monastero di Santa Clara-a-Velha si trovano nella città di Coimbra, in Portogallo. Il monastero fu costruito nel XIV secolo sulla riva sinistra del fiume Mondego, ma venne abbandonato nel XVII secolo a causa delle frequenti alluvioni. Le rovine gotiche ben conservate del monastero furono rinvenute alla fine del XX secolo, più di 300 anni dopo essere state abbandonate dalle suore.

 Il Monastero di Santa Clara fu edificato per volere di Isabella di Aragona, la Regina Santa, per sostituire un piccolo convento di monache clarisse fondato nel 1286. La costruzione del tempio, la cui pianta è opera dell’architetto Domingos Domingues, che in precedenza aveva lavorato al Monastero di Alcobaça, si concluse nel 1330. 

Il monastero di Santa Clara di Coimbra fu costruito negli anni 1280 da Mor Dias come casa dell’Ordine delle Clarisse. Questo antico monastero venne abbandonato nel 1311, salvo poi nel 1314 riessere usato dalla Isabella, moglie del reD Dinis. Isabella era ammirata per la sua natura pia e caritatevole, e la sua devozione la portò alla canonizzazione nel 1626. Il palazzo della Regina, di cui rimangono solo i ruderi, si trovava vicino al monastero.

I lavori promossi dalla Regina iniziarono nel 1316 nello stesso punto della precedente fondazione e diedero origine all’ensemble che esiste oggi. Il primo architetto associato al monastero fu Domingos Domingues, che aveva lavorato ai chiostri del monastero di Alcobaça. La sua opera fu continuata dopo il 1326 da Estêvão Domingues, che aveva lavorato ai chiostri della cattedrale di Lisbona. La chiesa fu consacrata nel 1330 ed è stata influenzata dall’edificio di Alcobaça nella sua pianta e in molti altri dettagli architettonici. Elisabetta morì nel 1336 e fu sepolta nel monastero in un’imponente tomba gotica. Un grande chiostro fu costruito sul lato sud della chiesa nel XIV secolo.

Già nel 1331 il monastero e la chiesa erano stati allagati dal vicino fiume Mondego. A causa della sua posizione, il monastero venne più volte invaso dalle acque del fiume nei secoli successivi, e le monache del monastero innalzarono il livello del pavimento degli edifici monastici per ridurre i danni causati dalle inondazioni. Nonostante i problemi, il monastero fu spesso arricchito da donazioni. All’inizio del XVI secolo, sotto il re Manuele I, la chiesa fu decorata con piastrelle sivigliane e diverse pale d’altare dipinte.

Il complesso si distingue dall’architettura per le dimensioni della chiesa e del chiostro e per la volta di pietra che copre tre navate di analoga grandezza. Nel XVII secolo, il re D. João IV fece costruire, su un punto sopraelevato della città, un nuovo convento che prese il nome di Santa Clara-a-Nova, e ordinò alle monache di abbandonare la struttura. Le ultime monache lasciarono il complesso nel 1677. Le tombe gotiche della regina Isabella e di altre principesse reali furono trasferite nel nuovo edificio.

Con il passare dei secoli l’antico monastero cadde in rovina e venne parzialmente ricoperto dalle paludi del fiume Mondego. La sua importanza storica e architettonica lo ha portato a essere dichiarato monumento nazionale nel 1910, e alcuni lavori di conservazione sono stati eseguiti nella prima metà del XX secolo.

Alla fine del Novecento, gli imponenti lavori di restauro ne hanno portato alla luce le strutture e un patrimonio di reperti vasto e diversificato. Nuovamente aperto alle visite, il Monastero rappresenta un’area ricreativa in un ampio percorso all’aperto che comprende la chiesa e le strutture archeologiche restaurate.

By : Aprile 8th, 2021 Luoghi e Monumenti, Re e Regine, Storia 0 Comments

Il Palazzo Reale di Nossa Senhora da Ajuda fu costruito da D. José I (1714-1777) in cima alla collina di Ajuda. Questo edificio, costruito in legno per resistere meglio ai terremoti, divenne noto come Paço de Madeira o Real Barraca. Ha sostituito il sontuoso Paço da Ribeira che era stato distrutto dal terremoto che aveva devastato Lisbona nel novembre 1755.

Il nuovo Paço, abitabile dal 1761, divenne residenza della Corte per circa tre decenni. Nel 1794, durante il regno di D. Maria I (1734-1816), un incendio distrusse completamente questa casa reale e gran parte del suo prezioso contenuto.

 Il progetto per la costruzione di un nuovo palazzo in pietra e calce, iniziò nel 1796 sotto la reggenza del principe reale D. João, ma fu sospeso dopo cinque anni di costruzione, quando, nel 1802, Francisco Xavier Fabri e José da Costa e Silva , architetti formati in Italia, ebbero il compito di adattarlo alla nuova tendenza neoclassica.

La partenza della Corte per il Brasile nel 1807, a seguito delle invasioni napoleoniche, e la periodica mancanza di risorse finanziarie non consentirono al progetto di proseguire con regolarità.

Gli scontri tra liberali e assolutisti precipitarono il Paese in una fragile stabilità e, nel 1833, la costruzione si fermò completamente. Dopo la vittoria liberale, D. Pedro assunse il governo come reggente, a causa della minore età di sua figlia, D. Maria da Glória, e giurò sulla lettera costituzionale nella Sala del trono del Palazzo da Ajuda, nel 1834.

Fu con l’ascesa al trono di D. Luís I (1838-1889) che iniziò una nuova fase, acquisendo finalmente la vera dimensione di palazzo reale quando fu scelto come residenza ufficiale della corte. I veri cambiamenti nella decorazione degli interni iniziarono nel 1862, anno delle nozze del re con la principessa di Savoia, D. Maria Pia (1847-1911). Successivamente, fu  avviato un lungo lavoro di riformulazione che si è esteso a più livelli: dalle pareti ai soffitti – rivestiti, intonacati o nuovamente tinteggiati -, al rivestimento di pavimenti con parquet e tappeti, alla scelta dei mobili per le stanze. Tutto ordinato da case specializzate, portoghesi o straniere, che rifornivano la Casa Real. I regali di nozze e le merci portate dall’Italia dalla regina hanno contribuito a decorare gli appartamenti ristrutturati.

Gli spazi ora dovevano essere più intimi e protetti. Sono state aggiunte nuove stanze al piano terra: la Sala da pranzo, per i pasti quotidiani in famiglia, un soggiorno – la Sala Blu – e le aree per il tempo libero, come la Sala dei Marmi e la Sala Biliardo; infine bagni con acqua corrente, calda e fredda. Il piano nobile era riservato ai ricevimenti di gala e il piano terra, dalla Sala della Musica e lungo la facciata ovest, destinato ad ambienti privati. Il Palazzo divenne il palcoscenico delle riunioni del Consiglio di Stato, dei giorni di gran galà – banchetti e ricevimenti ufficiali – e di vita familiare: qui nacquero i principi D. Carlos (1863-1908) e D. Afonso (1865) -1920).

Dopo la morte di D. Luís I, nel 1889, la vita frenetica del Palácio da Ajuda cambiò profondamente. Nel nuovo regno, la Corte fu divisa tra tre Paços: Ajuda, dove D. Maria Pia rimase con D. Afonso; Belém – dove nacquero i principi D. Luís Filipe (1887-1908) e D. Manuel (1889-1932) – e Necessidades, residenze alternative di D. Carlos I e D. Amélia (1865-1951). Il primo piano di Ajuda era riservato alle cerimonie ufficiali.

Nel 1910, quando fu istituita la Repubblica e successivamente la famiglia reale fu esiliata, il Palazzo fu chiuso.

Nel 2007 il Palazzo, insieme agli altri palazzi nazionali, è entrato a far parte del gruppo di proprietà sotto la supervisione dell’Istituto dei Musei e della Conservazione.

Oggi è teatro delle cerimonie protocollari di rappresentanza dello Stato.

By : Aprile 1st, 2021 Tradizioni 0 Comments

Mancano solo pochi giorni alla Pasqua. E il Portogallo è un paese con molte tradizioni legate a quel momento dell’anno liturgico.
In tutte le regioni del paese si svolgono vari eventi religiosi durante la settimana santa, che inizia la domenica delle Palme e termina la domenica di Pasqua. In alcune città sono presenti alcuni rituali, ma questi stessi rituali possono verificarsi in più luoghi contemporaneamente.

Uno dei rituali pasquali più apprezzati in Portogallo è il Compass Pascal, eseguito oltre 500 anni fa. Le strade sono prese da piccoli gruppi religiosi che escono dalle chiese con una croce e percorrono le case per benedirle.
I fedeli che desiderano ricevere la benedizione, lasciano aperta la porta di casa, con petali di fiori all’ingresso e, se lo desiderano, con offerte di cibo. Il sacerdote suona una campanella mentre si avvicina per avvertire della processione in avvicinamento. Mentre passa, si ferma alle porte delle case con la croce in modo che possa essere baciata dai residenti, e rende la casa una benedizione con l’acqua santa.

A Braga, nel nord, l’immagine della Madonna è portata da un asino, nella Processione della Burrinha. La città è adornata di fiori, luci, incensi, motivi raffiguranti la corte e fasce viola.

Il Venerdì Santo si svolge la Processione della Sepoltura del Signore, i cui protagonisti sono confraternite, cavalieri degli Ordini Sovrani di Malta e del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Capitolari della Sede, varie corporazioni e autorità. La testa di tutti è coperta di lutto. Questa è la processione più solenne, poiché trasporta la barca del Signore morto.

Processione dei fiori in Algarve
A São Brás de Alportel, in Algarve, la domenica di Pasqua in Portogallo è contrassegnata dalla processione dell’Alleluia, in onore della risurrezione di Cristo. Uomini e ragazzi fanno due file parallele ai lati del tappeto decorato al centro della strada e portano in mano torce di fiori colorati.

Benedizione degli agnelli (pecore) nell’Alentejo
A Castelo de Vide, nell’Alentejo, oltre alle processioni pasquali in Portogallo, la popolazione accompagna il Benção dos Borregos, che si svolge sabato ad Alleluia. Questa benedizione era anticamente utilizzata per proteggere l’abbondanza degli allevatori di bestiame, e ancora oggi simboleggia lo spirito di convivenza tra diversi popoli e culture.
Prima di quell’evento il sabato dell’alleluia, c’è la benedizione dei rami e la processione dei passi del Signore, la domenica delle palme. Il Giovedì Santo si celebra la Cena del Signore. Il Venerdì Santo si celebra la Messa della Passione del Signore e la sera si celebra la Processione della Sepoltura del Signore, come a Braga.
Poi, un altro rito tradizionale è la Chocalhada, che avviene di notte, quando le persone si riuniscono a Lageado con dei sonagli per emettere un caratteristico rumore che funge da preghiera durante la Processione dell’alleluia.

Cena del maggiordomo della Croce a Minho
In alcune parrocchie (comuni) nella regione del Minho, come Viana do Castelo e Ponte de Lima, oltre agli eventi tradizionali sopra menzionati, è comune avere la cena del maggiordomo della croce. È un banchetto per tutte le persone di quella parrocchia o quartiere, dove viene eletto un maggiordomo per portare la croce e pagare il pranzo di tutti.

Sepoltura del Baccalà nella Beiras
La sepoltura di Bacalhau è un corteo funebre pieno di significato a Pasqua in Portogallo e di grande valore culturale. La prima volta che accadde fu nel 1938, ma le autorità religiose non furono favorevoli, perché significava una protesta.
Questa tradizione risale al XVI secolo, quando la chiesa proibì completamente il consumo di carne durante la Quaresima, ad eccezione dei più abbienti. Pertanto, i poveri avevano solo la possibilità di mangiare pesce e il merluzzo era il più abbordabile di tutti.
Così è stata creata questa festa pagana – che ha un tono comico, come una rivolta dei più poveri per la loro impotenza davanti all’autorità della chiesa. La processione ha tre sermoni: Vita e morte del Merluzzo, Testamento del Merluzzo e Esequie del Merluzzo, che si ripetono al suono della marcia funebre di Chopin.

Tipico cibo pasquale in Portogallo
Il folar di Pasqua che può essere dolce o salata. Questo è uno dei piatti più tradizionali che rappresenta il cibo tipico della Pasqua in Portogallo.
Nel Minh, come praticamente in tutto il Nord, a Minho è comune concludere il digiuno quaresimale con la carne. Quindi, oltre al capretto, si consumano polpette e folar di carne, entrambe realizzate con un impasto farcito con carni diverse.

Nel Douro: Uno dei piatti principali più popolari in questa regione è il filetto di manzo, chiamato lombo pasquale, in questo periodo dell’anno. Oltre a questa carne, il capretto arrosto è molto popolare.

Nella Beiras: In questa regione, i due piatti di carne più consumati la domenica di Pasqua sono il maialino arrosto e il merluzzo, che avviene dopo la processione di Enterro do Bacalhau.