San Gonçalo: Il combina-matrimoni

By : Novembre 19th, 2020 Storie e leggende, Tradizioni 0 Comments

In Portogallo, ci sono due santi casamenteiros (che favoriscono i matrimoni). Uno con il suo trono a Lisbona, che è Santo António, e l’altro situato a nord, S. Gonçalo de Amarante. Per evitare la concorrenza sleale tra i due, Santo António si prende cura dei più giovani, mentre S. Gonçalo si occupa dei “vecchi”. Questa è la credenza popolare, ma non è solo per questo motivo che la chiesa di São Gonçalo rappresenta  una tappa obbligatoria.

S. Gonçalo ha l’onore di Santo Patrono de Amarante e la sua memoria viene celebrata in due occasioni durante l’anno: il 10 gennaio, data della sua morte, e il primo fine settimana di giugno, con i grandi festeggiamenti della città.

Proveniente dalla nobile famiglia di Pereira, Gonçalo è nato a Paço de Arriconha, intorno al 1187 ed eredita dai suoi genitori la nobiltà di sangue e la grandezza nella Fede.

È educato ai buoni principi cristiani e, raggiunta la giovinezza, sceglie la vita ecclesiastica, studiando le prime lettere, si crede, nel monastero benedettino di Santa Maria de Pombeiro de Ribavizela, per poi proseguire i suoi studi presso il Paço Arcebispal de Braga, dove sarebbe stato ordinato sacerdote. Non soddisfatto della sua vita parrocchiale e ardente dal desiderio di visitare i luoghi più santi della cristianità, decide di iniziare un lungo pellegrinaggio a Roma, per recarsi sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, e poi in Palestina.

Dopo quattordici anni, Gonçalo torna nella sua parrocchia di S. Paio de Vizela, che, durante la sua assenza, era stata diretta da un nipote che, non riconoscendolo, lo espelle da casa. Disilluso dalla vita opulenta e sontuosa del suo sostituto e di fronte alla mancanza di rispetto per gli insegnamenti e l’umiltà cristiani, decide di abbandonare la vita parrocchiale e optare per un modus vivendi più contemplativo, eremitico ed evangelizzatore. Prende quindi l’abito dell’Ordine di S. Domenico.

É attraverso questo nuovo modo di vivere che raggiunge la valle del Tâmega. Di fronte a un eremo in rovina dedicato a Nossa Senhora da Assunção, situato in un luogo deserto, vicino al fiume e vicino a un ponte vuoto, viene installato e restaurato il vecchio tempio.

Confinante con i villaggi della valle di Tâmega e della Serra do Marão, frate Gonçalo evangelizza e benedice le unioni coniugali, sostiene e protegge i più svantaggiati ed esegue alcuni miracoli, che gli conferiscono un’aura di santità. Nel corso di queste azioni pastorali, si trova di fronte alle difficoltà e al pericolo che correvano i suoi fedeli avventurandosi nell’attraversamento del fiume, soprattutto nei momenti in cui presentava acqua alta e, in mancanza di alternative, decide di intraprendere, egli stesso, il restauro o la ricostruzione del vecchio ponte romano, nel 1250.

Per la sua ricostruzione avrebbe avuto la partecipazione di tutti, dai più ricchi che avrebbero contribuito con denaro e materie prime, ai più poveri che, con il loro impegno, avrebbero svolto l’opera. Si dice che l’architetto fosse il santo stesso. Il ponte medievale sarebbe durato fino al 10 febbraio 1763, quando fini per soccombere alle turbolenze delle acque del Tâmega, durante un’alluvione, crollando completamente.

Dopo la costruzione del ponte e il ripristino del traffico, il frate domenicano continua la sua vita di predicatore fino al giorno della sua morte, avvenuta il 10 gennaio 1259.

Da quel momento in poi, molti furono quelli che si recarono alla sua tomba, installata nella stessa cappella in cui viveva, accanto alle sue spoglie, chiedendo o ringraziando per la sua intercessione.

Nel 1540, D. João III ordinò di costruire, al posto dell’antico eremo medievale, un convento che consegnò ai frati predicatori di S. Domenico, Ordine al quale il Santo era legato.

Il 16 settembre 1561 Gonçalo de Amarante fu beatificato da Papa Pio IV e, qualche tempo dopo, durante il regno di D.Filipe I di Portogallo (II di Spagna), iniziò il suo processo di canonizzazione, che si concluse senza effetto.

Papa Clemente X, nel 1671, estese il servizio della sua festa liturgica all’intero Ordine Domenicano, che si celebra il giorno della sua morte, il 10 gennaio.

Da allora, il suo culto non ha mai smesso di diffondersi in Portogallo e nei paesi di lingua portoghese, in particolare in Brasile, dove diverse località lo hanno scelto come patrono.

Quindi São Gonçalo non è un santo. Per la Chiesa cattolica, é   il Beato Gonçalo de Amarante. Ma per la popolazione è santo e la devozione non è da meno, qualunque sia la denominazione usata. La sua tomba, dove si crede sia sepolto il suo corpo, può essere visitata nella cappella principale del monastero.

São Gonçalo è considerato il “santo che aiuta a convolare a nozze le donne più avanti con gli anni”, e non sembra accontentare le più giovani che non vogliono aspettare, ed è per questo che è nata la famosa canzone popolare di Amarante:

S. Gonçalo de Amarante,

Santo che aiuta le vecchie donne per il matrimonio,

Perché non sposi anche quelle giovani?

Che male ti hanno fatto?

Nella chiesa c’è ancora la statua di São Gonçalo, del XVI secolo, in cui si trova la famosa corda di São Gonçalo. La corda circonda la vita della statua e, secondo la credenza popolare, “le donne in cerca di marito” dovrebbero tirare la corda tre volte per chiedere al santo un matrimonio.

In conclusione, se hai superato l’età per chiedere aiuto a Santo Antonio, ecco la preghiera del matrimonio per São Gonçalo:

“São Gonçalo do Amarante, sii per me casamenteiro, sposa prima me; le altre dopo.

São Gonçalo aiutami, In ginocchio ti prego, fammi sposare presto, con quello che adoro. ”

Una curiosità: 

São Gonçalo de Amarante è radicato nella cultura della città, con dolci particolari dalle forme falliche, con gusto speziato che hanno una ricca storia di conquiste e importanti atti eroici nella costruzione della storia del Portogallo. Secondo la leggenda popolare, São Gonçalo è un fautore di matrimoni ed è per questo motivo che durante le feste si vendono e si apprezzano i “dolci fallici” di S. Gonçalo, di tutte le dimensioni e forme.

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