Oggi parliamo di uno dei santi più contesi della storia, un santo che per noi italiani é senza dubbio Santo Antonio di Padova. Ma attenti ad affermarlo qui a Lisbona! Qui é santo Antonio di Lisbona. Durante i miei tour, invito i miei turisti a fare un piccolo esperimento: cercare Santo Antonio su wikipedia. Provate e vedrete che, se in tutte le lingue é Santo Antonio di Padova, in portoghese é Santo Antonio di Lisbona. Ma allora, qual é la verità?
È uno dei Santi più amati della cristianità, eppure Sant’Antonio di Padova, come oggi è conosciuto, porta da sempre con sé questa curiosa polemica legata al suo nome.
A onor del vero, va detto che Antonio visse a Padova per appena 3 anni, gli ultimi della sua avventurosa vita. Fernando Martins de Bulhões – questo il suo vero nome – nacque in una facoltosa famiglia nel 1195 a Lisbona; ai tempi la città era tornata cristiana da circa 40 anni, dopo che Alfonso Henriques la sottrasse ai mori diventando così il primo re del Portogallo. Il padre Martinho, cavaliere del re, viveva con la sua famiglia in una casa vicino alla Cattedrale di Lisbona, dove Fernando fu battezzato.
Nel 1210, appena quindicenne, entrò nell’Ordine degli Agostiniani presso l’Abbazia di San Vincenzo di Lisbona. Dopo circa 2 anni venne trasferito presso il Convento di Santa Croce a Coimbra, vi rimase per circa 8 anni, durante i quali studiò assiduamente teologia. Nel 1219 arrivarono al convento i corpi decapitati di 5 frati inviati da Francesco d’Assisi in Marocco col compito di convertire i musulmani. Fernando rimase talmente sconvolto dall’accaduto da decidere di lasciare gli Agostiniani per entrare nell’Ordine francescano. Scelse quindi di cambiare il suo nome di battesimo in Antonio, e di partire come missionario egli stesso.
Antonio si imbarcò alla volta del Marocco nell’autunno del 1220. Tuttavia, giunto in Africa, contrasse una febbre tropicale che lo costrinse a tornare in Europa. Ma nel viaggio di ritorno in direzione della Penisola Iberica, la nave s’imbatté in una feroce tempesta che ne deviò la rotta in direzione del Mediterraneo.
L’imbarcazione naufragò in Sicilia. Qui, Antonio trovò rifugio nel convento francescano di Messina, dove venne a conoscenza del fatto che a maggio di quell’anno (1221) Francesco aveva convocato l’assemblea elettiva e legislativa dei frati dell’Ordine. Dopo un lungo viaggio, Antonio giunse ad Assisi dove conobbe personalmente il futuro Santo Patrono d’Italia. Antonio ricevette l’ordine di predicare e da lì ripartì per una nuova missione di conversione, stavolta al nord Italia, e alla fine del 1224 si spostò nella Francia meridionale.
Dopo aver trascorso 2 anni in Francia, nel 1226 saputo della morte di Francesco, Antonio rientrò in Italia. Le sue prediche cominciarono ad essere seguite da notevoli folli di persone, e non si fermarono nemmeno quando, sfiancato dai continui viaggi e dai lunghi digiuni ai quali si sottoponeva, si ammalò tanto da essere costretto a farsi portare in braccio sul pulpito. Morì il 13 giugno del 1231, all’etá di 36 anni.
Grazie alla fama guadagnata, fin dal giorno dei funerali la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio per migliaia di devoti che notte e giorno sfilavano davanti al sarcofago chiedendo grazie e guarigioni. Furono attribuiti così tanti miracoli alla sua intercessione che il Vescovo di Padova “a furor di popolo” dovette sottoporli al giudizio di Papa Gregorio IX. Nel giugno 1232, un anno esatto dopo la sua morte, Antonio fu nominato Santo con “53 miracoli approvati” e la denominazione di Sant’Antonio di Padova. Quello stesso anno iniziarono nel capoluogo veneto i lavori di costruzione della Basilica destinata ad conservarne i resti e che oggi riceve milioni di visitatori ogni anno.
E i lisboeti, suoi concittadini? Devono tuttora accontentarsi di un frammento di osso del braccio sinistro, concesso dai francescani padovani e conservato nella cripta della più umile, ma altrettanto bella, Chiesa di Santo António de Lisboa, che sorge a pochi passi dalla Cattedrale nel luogo esatto dove, come vuole la leggenda, si trovava la casa dei suoi genitori.
In compenso al Santo è dedicata la più grande festa popolare della città, la famosa Notte di Sant’Antonio che ogni anno tra il 12 e il 13 giugno (anniversario della sua morte) riempie tutti i quartieri di marce, canti, balli e del caratteristico profumo di sardine, grigliate e consumate all’aperto da migliaia di avventori. Ma di questo, parleremo un’altra volta.