Maria Severa è, forse, la prima icona fadista in Portogallo.
Fu battezzata il 12 settembre 1820 nella Parrocchia dos Anjos, motivo per cui alcuni dicono che sia nata nella Mouraria, dove infatti, in Rua do Capelão, visse parte della sua vita, e dove morì. Ma la teoria più diffusa è che sia nata nella Madragoa dove sua madre, la Barbuda (così chiamata perché aveva molta barba che la costringeva a tagliarla spesso e coprirla con una sciarpa), una famosa e temuta prostituta della Mouraria aveva un’osteria in Rua da Madragoa.
Severa suonava il fado con Manozinho, il più vecchio cantante di fado del posto, e Mesquita, un cantante di fado che lavorava come marinaio.
Visse solo 26 anni – dal 1820 al 1846 -, ma Maria Severa Onofriana, rivoluzionò la Lisbona del suo tempo, e grande fu la sua fama in vita e ancor di più dopo la sua morte.
Lo scrittore Júlio Dantas fu responsabile di quest’aura di fama per il suo romanzo e, più tardi, per la commedia “A Severa”, che in seguito Leitão de Barros adattò al cinema, realizzando così il primo film sonoro portoghese. Interpretato da Dina Tereza, il film uscì nel giugno 1931 al Teatro S. Luiz, dove rimase in scena per sei mesi e fu visto da 200.000 spettatori.
Il personaggio del romanzo, da cui è stato costruito il mito di Severa, non corrisponde pienamente alla vita reale della cantante che fu, tra gli altri, amante dell’ultimo conte di Vimioso. L’attrice Palmira Bastos che è arrivata a incarnare il personaggio di Severa sul palco ha dichiarato di essere “la signora delle camelie portoghesi”.
Maria Severa si distingueva per il carattere “litigioso” che aveva ereditato dalla madre, ma essenzialmente per la sua voce e il modo di cantare, oltre che per la figura snella. Era “alta, magra ma non troppo, seno opulento, pelle bianchissima, occhi neri, molti capelli neri, sopracciglia folte, bocca rossa molto piccola, bei denti, vita sottile e piede piccolo”, come descritto da un contemporaneo.
Il pittore Francisco Metrass (1825-1861) abbozzò il suo ritratto, senza mai finirlo.
Severa visse nel pieno avvento del liberalismo quando iniziò a farsi sentire la fine dell’Antico Regime Assoluto.
I suoi contemporanei raccontano di aver lasciato ricordi scritti su Severa, che oltre a cantare il fado, si accompagnava, con una chitarra, e scriveva anche le poesie che cantava.
Un suo compagno, Manuel Botas, descrive il suo modo peculiare di cantare: “A volte era malinconica, in quei momenti cantava con un sentimento tale da impressionarci profondamente”.
Si dice che Severa, di cui non c’è registrazione audio, sia stata la prima persona a cantare fado per strada e raccontare i suoi problemi rappresentando la gente, e il motivo per cui il fado si è diffuso a livello di entità nazionale che oggi è.
Aveva diversi amanti noti, tra cui il conte di Vimioso (D. Francisco de Paula de Portugal e Castro) che, secondo la leggenda, era stregato dal modo in cui cantava e suonava la chitarra, portandola spesso alla corrida. Le fornì una grande celebrità e naturalmente permise a Severa un maggiore prestigio e un numero maggiore di opportunità di mettersi in mostra davanti a un pubblico di giovani dell’élite sociale e intellettuale portoghese.
Ma la differenza sociale non avrebbe mai permesso un matrimonio tra i due e, si racconta, questo causò la morte di Severa che morì di crepacuore. Morì in realtà povera e abbandonata, di tubercolosi, in un miserabile bordello di Rua do Capelão, il 30 novembre 1846.
Si dice che le sue ultime parole siano state: “Muoio senza aver mai vissuto” – aveva 26 anni.