Nel 13 ° secolo, nel regno di Aragona, nacque una principessa che sarebbe rimasta per sempre nella storia del Portogallo.
Isabel, che prende il nome anche da sua zia, Santa Isabel di Ungheria, sorella di sua nonna paterna, nacque molto probabilmente a Saragozza nel Regno di Aragona l’11 febbraio 1270. Era la figlia di D. Pedro il Grande e Dona Constanza di Sicilia. Da parte di padre gli scorreva nelle vene sangue ungherese, mentre da parte di madre discendeva da Manfredo di Napoli e Sicilia e da Dona Brites de Savoy, suoi nonni. La ragazza, primogenita, tra diversi fratelli, era delicata e molto bella e fin dall’infanzia, vissuta in buona parte a Barcellona, dimostrò il gusto per la preghiera, il candido potere di generare affetti e riconciliazioni, gentilezza ingenua e intelligenza promettente. Queste virtù avevano innescato in diverse Case Reali d’Europa il forte desiderio di averla come regina.
Nel 1279 salì al trono del Portogallo D. Dinis, monarca colto, poeta, trovatore, nipote di Afonso X, il Saggio. Il giovane re aveva diciannove anni e considerando molti altri motivi di stato, decide di scegliere come sua regina, Isabel, la figlia del re d’Aragona. Isabel aveva tre pretendenti, tuttavia sarà D. Dinis che l’avrà al suo fianco sul trono portoghese. Le basi del contratto nuziale furono firmate il 24 aprile 1281.
Il matrimonio si svolse, per procura, nella città di Barcellona, dopo un copioso scambio epistolare. Solo due mesi dopo gli sposi si incontrarono per la prima volta in terre portoghesi.
La regina ricevette una donazione significativa da suo marito: Óbidos, che amava moltissimo, Porto de Mós, Abrantes e altri 12 castelli.
Fu nella città di Coimbra che la regina Dona Isabel iniziò una vita piena di magnanimità e santità con la sua corte. Madre di Costanza e Afonso, futuro re Afonso IV, pia, di suprema carità e devota, la vita della regina rimase legata ad atti di compiacenza, di favore attraverso elemosine, offerte, cure, con cui si dedicava ai più poveri.
Allo stesso tempo, le sue suppliche e la sua diplomazia diffondevano armonia e pace tra regni, parenti e anche tra marito e figlio.
Il matrimonio con il re D. Dinis durò circa 44 anni e solo la morte del monarca nel 1325 separò gli sposi reali. Da vedova, D. Isabel indossò l’umile abito delle Clarisse e si stabilì a Coimbra al Paço che aveva accanto al Monastero delle Clarisse.
Sopravvisse al marito poco più di dieci anni e nel dicembre 1327 scrisse il suo secondo testamento in cui affidò il suo corpo a una tomba nella chiesa del Monastero di Santa Clara a Coimbra. Tra il Palazzo e il Convento, la regina unì i doveri della Corona con devozione e pietà, seguiti da giorni di preghiera, opere di carità, digiuni e fatiche che il tempo non placava.
Nel giugno 1336, la regina fu informata che suo figlio avrebbe combattuto contro suo nipote D. Afonso IV di Castiglia. Re Afonso IV e la sua corte erano già a Estremoz, D. Isabel, madre e nonna, 66 anni, intraprese un lungo e doloroso viaggio di molte leghe tra Coimbra ed Estremoz. Il viaggio fu faticoso ed estenuante, la Regina arrivò molto malata e morì il 4 luglio 1336.
Il giorno successivo, il re, attenendosi alle ultime volontà della madre, ordinò il trasferimento della salma a Coimbra.
La regina Dona Isabel era stimata dal popolo per le sue opere di carità, nella morte le stesse persone iniziarono a venerare le sue spoglie, adorandola e credendo nei miracoli e nella sua santità. Il re D. Manuel chiese alla Santa Sede di beatificare la regina D. Isabel, beatificazione concessa da papa Leone X nel 1516. Nel XVII secolo, la tomba fu aperta, e fu dichiarato da chi era presente, che il corpo della regina era incorrotto e con un profumo di fiori. La regina era santa. Nel maggio 1625 Papa Urbano VIII canonizzò solennemente la regina Dona Isabel, ribattezzandola Regina Santa Isabel. Quando la bara fu trasportata dal Monastero di Santa Clara Velha al Monastero di Santa Clara a Nova, dopo che le acque del Mondego avevano completamente allagato il vecchio convento, la tomba fu riaperta e, tra lo stupore di tutti, si verificò che il corpo era rimasto intatto e che l’odore era ancora il profumo dei fiori.
Il miracolo delle rose
La leggenda narra che il re, già irritato dal fatto che lei si intratteneva sempre con i mendicanti, le proibì di fare altre elemosine. Ma un giorno, vedendola sgattaiolare fuori dal palazzo, le andò dietro e le chiese cosa stesse nascondendo sotto il mantello.
Era il pane. Ma lei, angosciata per aver disobbedito al re, esclamò:
– Sono rose, signore!
“Rose, a gennaio?” Dubitò il re.
Con gli occhi bassi, la regina Santa Isabella aprì il mantello ma il pane si era trasformato in rose, belle come non si erano mai viste.